La Nuova Sardegna

Sassari

SINDACATO SARDO IN LUTTO

È scomparso Francesco Coghene

È scomparso Francesco Coghene

Il segretario regionale dello Spi-Cgil stroncato da una crisi cardiaca

23 marzo 2014
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SASSARI. Giovedì scorso gli applausi, gli abbracci di decine di compagni per la riconferma come segretario regionale della categoria dei pensionati della Cgil. Stanco ma contento, Francesco Coghene pensava già al fine settimana a casa, di fronte al mare di Stintino, dove si rifugiava appena ne aveva la possibilità per ricaricare le pile. Si è addormentato lì, Francesco, per l’ultima volta. Il cuore generoso di un sindacalista combattente si è fermato. Così ieri, chi lo doveva incontrare e non l’ha visto arrivare si è preoccupato del ritardo. L’ha chiamato ma Francesco non rispondeva al telefonino. Non c’era già più, inutili i soccorsi, la crisi cardiaca improvvisa non ha lasciato la possibilità di giocare un’altra partita, neppure a uno sportivo abituato a mille battaglie.

Sessantatre anni, nella Cgil da quando ne aveva venti, Francesco lascia un vuoto enorme nel sindacato sardo e Porto Torres - la sua città - perde un altro figlio di quella generazione che ha fatto un po’ di tutto, senza stancarsi mai. Spesso prendendosi anche le critiche di chi si diverte a fare il tiro al bersaglio con chi ci mette la faccia.

Delegato di fabbrica dal 1974, quando cominciò a lavorare al Petrolchimico, Francesco è stato uno dei protagonisti delle battaglie dei lavoratori della Filcea già nell’era della Sir di Nino Rovelli. Nel 1976 era nella segreteria territoriale dei chimici, poi alla Camera del lavoro zonale di Porto Torres. Nel 1988 è diventato segretario generale della Fiom di Sassari: sono quelli gli anni della costruzione della centrale di Fiume Santo e i metalmeccanici diventano una categoria strategica nella Cgil di Sassari. Francesco entra nella segreteria della Camera del lavoro di Sassari e tre anni dopo, nel 1991, viene eletto segretario generale. Poi la chiamata a Cagliari, alla segreteria confederale per otto anni, quindi il passaggio allo Spi, dove dal dicembre 2007 era segretario generale. Lotta alle diseguaglianze, difesa dei diritti dei più deboli, ancora di più in questo momento di incertezza e precarietà. «La forza del nostro viaggio», questa la scritta davanti al palco del suo ultimo intervento pubblico. Ci eravamo sentiti per gli auguri, parlare del più e del meno. Di calcio era un esperto, è stato uno dei ragazzi cresciuti in mezzo alla polvere dell’Occone, un allenatore discreto ma competente. E poi di Porto Torres: «Sai, mi hanno chiesto se mi interessa candidarmi come sindaco – aveva confidato – ma resto nel sindacato, c’è ancora tanto da fare. E poi non so se sarei adatto». Una risata e qualche battuta sulla primavera in arrivo, il mare e la pesca subacquea, il pensiero alla famiglia.

«La crisi non molla –aveva detto – ma vedo tanti giovani, tanti padri di famiglia e tante donne che hanno ancora voglia di lottare. Non molliamo...». Michele Carrus, segretario della Cgil sarda: «Francesco era un compagno stimato e generoso, lascia in noi un vuoto incolmabile». I funerali lunedì pomeriggio, nella basilica di San Gavino a Porto Torres. (g.b.)

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