Bono, la storia della marcia rivoluzionaria di Angioy
BONO. Un percorso storico-identitario della memoria sulla figura di Giovanni Maria Angioy che parta da Bono e Torralba e coinvolga altri centri che furono testimoni della sua marcia rivoluzionaria:...
BONO. Un percorso storico-identitario della memoria sulla figura di Giovanni Maria Angioy che parta da Bono e Torralba e coinvolga altri centri che furono testimoni della sua marcia rivoluzionaria: Sassari, Thiesi e Semestene. Questa la proposta avanzata dal direttore scientifico dell’Istituto Camillo Bellieni di Sassari Michele Pinna nel corso della giornata di studi “In sos logos de Angioy” svoltasi appunto a Bono e Torralba lo scorso 28 aprile, Die de sa Sardigna.
La proposta di Pinna è stata accolta con grande entusiasmo dai sindaci di Bono, Michela Sau, e di Torralba, Giovanni Maria Uras, che hanno manifestato l’intenzione di portare a compimento l’iniziativa. Il convegno è stato occasione per scoprire spunti di riflessione sui moti insurrezionali di fine Settecento. E, per la prima volta è stato affrontato il tema del rapporto tra Giovanni Maria Angioy e la massoneria. «È un discorso che è stato sempre adombrato, ma che è centrale da un punto di vista biografico e politico - ha spiegato Antonio Delitala, studioso di associazionismo massonico -. Angioy faceva parte della massoneria francese e ciò lo mise in relazione con la grande tradizione libertaria e illuministica che in Sardegna si configurò nel patriottismo». Spunti che hanno acceso il dibattito: un vivace confronto tra gli studiosi e il pubblico in particolare sul “mistero” che circonda l’ubicazione delle spoglie mortali del patriota. Applausi, infine, per i bravi attori della compagnia teatrale di Bono, che hanno realizzato una rappresentazione sulla tragica devastazione del loro paese da parte dell’esercito regio nell’anno 1796. (b.m.)