La Nuova Sardegna

Sassari

Lucchi: «Senza i partiti basta poco per rinascere»

di Giovanni Bua
Lucchi: «Senza i partiti basta poco per rinascere»

L’avvocato guida la coalizione con la sua civica Sassari è, Unidos e Riformatori «Dopo la Dc non ho più trovato casa, ora credo solo nel far le cose per bene»

10 maggio 2014
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SASSARI. A Nicola Sanna riconosce di essere l’unico “nemico” in campo, e lo sfida a un confronto pubblico in piazza d’Italia. Sui “grillini”: «Sono un buon defibrillatore sociale, ma la politica è altro». Dai partiti si è allontanato dai tempi della Dc di Segni. E anche il “suo” Nanni Campus è solo un amico, a cui non chiederà nemmeno il voto. Non è uno che ci tiene a farsi incasellare Nicola Lucchi, penalista dalla battuta pronta e allergico a luoghi comuni e steccati di ogni tipo. Tanto che se gli chiedono del voto di genere sbotta: «In Sudafrica queste cose le usavano per il voto razziale», e sulla questione morale spiazza tutti dicendo: «Questioni personali, anche se ai tempi della tanto odiata prima Repubblica si dimettevano i ministri per un avviso di garanzia, e ora gli imputati si siedono su comode poltrone».

Nella diretta streaming di ieri ha risposto a decide di domande, alcune anche non comode, spaziando tra questioni politiche e pezzi di programma. Con il faro della sua espeprienza amministrativa con Nanni Campus, per cui fu assessore come altri quattro dei suoi alleati tra Unidos e Rformatori. «Sassari è una grande incompiuta – spiega –. Tutto si è fermato a nove anni fa». E fa promesse pesanti, due su tutte: se mi eleggono via la Ztl e anche il Puc.

Centro storico. A farla da padrone nelle domande dei lettori, come ormai di norma, il centro storico cittadino e i progetti concreti per il suo rilancio. E qui Lucchi cala uno dei suoi assi: «Chiariamo subito una cosa, se mi faranno sindaco eliminerò il giorno dopo la Ztl. E questo non perché io pensi che sia concettualmente sbagliata. Riperimetrata, anzi, potrebbe anche diventare un’isola pedonale vera e propria. Ma non si sigilla un ghetto. Non si chiude un’area degradata. La Ztl deve essere il punto di arrivo di un percorso, fatto di ripopolamento, agevolazioni alle imprese, riqualificazione. Impresa, per fare la quale anche la gente deve impegnarsi in prima persona, e smetterla di piangersi un po’ troppo addosso. Ecco, quando il centro storico tornerà il cuore pulsante della città, usando anche strumenti di buon senso e normale buona amministrazione per ottenere questi risultati, allora si potrà tornare a parlare di Ztl e isole pedonali».

Piano urbanistico. Ma la cancellina di Lucchi non si ferma qui. «C’è da revocare il Puc – spiega l’avvocato –. E su questo voglio sottolineare che è una vergogna che in nove anni non si sia riusciti ad approvarlo. Anche il piano urbanistico di New York approvi in 9 anni. A questo punto il Puc bloccato sta distruggendo l’edilizia. Bisogna revocarlo per tornare al vecchio Piano regolatore e far ripartire la macchina dell’edilizia, uscire dal tunnel. E nel mentre, usando tutto il lavoro fatto, rimodularlo con regole semplici, in sei mesi».

Nanni Campus. «Ha partecipato anche l’altro ieri alla presentazione della mia lista. E io ho detto che è un amico. Lui si è tirato fuori dalla politica, e io rispetto il suo distacco e il fatto che sia tornato alla sua clinica, ai suoi clienti e al volontariato. Perché molti non lo sanno ma ogni anno Campus dedica due settimane a medici senza frontiere e va a lavorare in posti dove le sue mani valgono oro. Non gli chiederò neanche il voto. Certo il riferimento al lavoro della sua giunta è evidente. E anche a quello di Anna Sanna, che l’ha preceduto. Erano anni in cui per Sassari sono arrivati 371 milioni. Quel flusso di soldi e creatività si è fermato. E questo è un fatto».

Alleanze. «Io col centrodestra non ho mai voluto dialogare. Perché avevo un mio progetto ed ero pronto a scendere in campo, anche da solo. L’unico dialogo che ho aperto è stato quello col Psd’Az perché avevo capito che si stava ricollocando. Abbiamo parlato ma non ci sono state le condizioni obiettive. Io ero aperto a un’alleanza anche perché rimango convinto che il Psd’Az dovrebbe essere il primo partito della Sardegna, patrimonio di tutti».

Giovani. «I giovani sono stati sacrificati, ma è anche vero che non hanno più voglia di fare i sacrifici. Sono una realtà abbandonata, e vanno trattati con responsabilità. Niente false promesse ma un nuovo modello di sviluppo basato su turismo e interazione con università, storia ed eccellenze, passato e futuro».

Turismo. «Il sindaco del capoluogo sarà la guida della provincia. Io vedo l’Asinara, vedo Platamona, vedo Fiume Santo o l’Argentiera. E penso come facciamo a essere poveri. Qui non si tratta di fare miracoli, ma di amministrare bene. Perché se io chiamo cento riminesi da Platamona loro ci diventano ricchi. Quindi azioni pubbliche, soprattutto attraverso gli strumenti urbanistici. Ma basta stare con la mano tesa a cercare contributi statali che non ci sono più».

Vitalizi. «In tempi di grande sofferenza leggere i nomi di chi prende un vitalizio, magari erede del consigliere, fa male. È un’ingiustizia. Chi svolge un ruolo politico sia pagato mentre svolge il suo ruolo ma poi basta. Bisogna vivere nella realtà sociale in cui tutti gli altri vivono, o è impossibile sperare che la gente non si allontani dalla politica».

Multisala. Certo che si farà e si deve fare, anche perché il Comune non mette una lira, ma solo delle contropartite. Ma bisogna legare anche una scuola di regia e di scenografia. Queste sono le interazioni. Poi troveremo gli strumenti, come il referendum, per decidere dove. Anche se, guardando la città dall’alto e vedendo dove sono tutte le strutture universitarie, la scelta cade da sola».

Movimento 5 Stelle. «Io sono un’ottimista. Ma loro sono travolti dall’immagine del loro leader. Loro hanno un grande vantaggio sul sociale, lavorano sulla coscienza collettiva comune e svolgono un ruolo di defibrillatore sociale. Prenderanno i loro voti, non so quanti, ma alla fine dovranno atterrare anche loro su un percorso concreto di lavoro»

Ballottaggio. «Se si arriverà al ballottaggio e non ci saremo noi penso che ci fermeremo lì. Perché ci deve essere confronto sui contenuti per convergere su un’alleanza. Quindi io non mi sento, per coerenza, né di stare con Sanna, che ha la sua armata da “tutto esaurito”, né di stare in un gruppo che si raggruppa solo per battere Sanna. Noi non ragioniamo così».

San Sebastiano. «Anche qui si tratta di ben amministrare. Anche se si toccano gli interessi di alcuni. Altro che multisala, che comunque non si può realizzare, a San Sebastiano si deve fare la cittadella giudiziaria. Togli la corte d’appello da dove è, togli il giudice di pace che è in affitto da privati e costa al Comune un sacco. E poi salvi la parte storica, fai un museo, usi i campi. Così si riporta la gente in centro, così si razionalizzano i costi. Niente promesse, niente chiacchiere, solo cose semplici e concrete».

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