La Nuova Sardegna

Sassari

Storia della Sassari sportiva anche senza i grandi campioni

Storia della Sassari sportiva anche senza i grandi campioni

Tra gli anni ’50 e i primi anni ’60 le società in città si chiamavano Alba, Libertas e Polisportiva Sassarese. Una folla di appassionati imparò a mettersi in gioco

12 giugno 2014
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C’era una volta Sassari. Sassari sportiva. Il mio amico Mario Sanna me la ricorda così: «Non sono riuscito a trovare foto che immortalino tanti sassaresi che nello sport hanno onorato la città e arricchito gli anni della mia fanciullezza. Penso ai campioncini di podismo che negli anni 50 e inizio anni 60, a margine delle feste di qualche gremio o di qualche parrocchia si cimentavano in gare di 10 - 20 km di corsa e marcia, oppure nei Trofei Emanuele Pilo o Pavesi o di altri».

«Illustri sconosciuti con una passione sconosciuta dai media locali, visto che anche la “Gazzetta Sarda” e la “Nuova Sardegna” di allora gli dedicavano al massimo un pezzo marginale, e niente foto. Nella marcia c’erano Donofrio, Pirino, Doro, Balducci, Solinas, Dettori, Saccu, Marras, Pinna, Sedda, Ruiu, gente che durante il giorno erano muratori, tappezzieri, murigadori (braccianti degli orti), spazzini, falegnami e in rari casi studenti, incoraggiati a quello sport povero da padri che da giovani lo avevano loro stessi praticato».

«Nella corsa primeggiavano i fratelli Bronzini, Nino e Marco. Nino, il maggiore, ebbe il monopolio delle vittorie nelle gare in provincia fino a quando, ormai avanti negli anni, non comparve a Sassari Pozzebon, uno dei veneti di Arborea, che gareggiava per l’Amsicora di Cagliari, e un giovanissimo Antonio Ambu, anche lui dell’Amsicora, che fece poi una straordinaria carriera sportiva con tanto di titoli nazionali, primati e due Olimpiadi. Nella corsa si distinguevano ancheDepalmas, Cuccuru e poi Renzo Casula, che conobbi quando io, ragazzino di 9 anni, lo vidi fare il manovale muratore, ma sarebbe meglio dire carragantoni.

«Le società si chiamavano Alba, Libertas e Polisportiva Sassarese: la prima e la terza erano soprattutto circoli dopolavoristici che invogliavano i giovani a fare del sano sport, diverso il caso della Libertas Acli, legata a doppio filo, in queli anni Cinquanta, alla DC e alla chiesa».

«Erano anni di una Sassari povera, umile, semplice, cionfraiola, ma anche colta e allegra a livello popolare, testimoniato dai pienoni per le stagioni liriche ma anche dai tanti vindioli dove si beveva il vino di proprietà, con tanto di frasche alla porta d’ingresso, in cui non era raro ascoltare da parte di avventori un po’ alticci pezzi di opere liriche e amichevoli, perfino allegre discussioni di politicatra democristiani e comunisti». Bei tempi, quelli.

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