La Nuova Sardegna

Sassari

L’economia è paralizzata, salta il patto di stabilità

di Emidio Muroni
L’economia è paralizzata, salta il patto di stabilità

Bonorva, l’amministrazione potrebbe decidere per la “disobbedienza civile” Appalti fermi e pagamenti bloccati da anni, così il paese rischia di morire

17 giugno 2014
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BONORVA. Potrebbe portare e clamorose decisioni, come l’atto di “disobbedienza civile” di non rispettare il patto di stabilità, l’assemblea civica convocata per giovedì. Il consiglio comunale che si svolgerà alle 18 nella sala consiliare del Comune, prevede infatti la discussione di tre punti ritenuti della massima importanza e che, almeno in questa occasione, dovrebbero spingere ad una partecipazione massiccia da parte di tutti i componenti e di quel pubblico che sinora, con la mancata presenza, ha dimostrato poco interesse per le varie dinamiche, proposte e difficoltà che di volta in volta l’amministrazione deve affrontare.

Al primo punto dell’ordine del giorno è prevista la discussione sulla destinazione da dare alle entrate provenienti dal Parco eolico che, come sinora deciso in sede consiliare, dovrebbero essere accantonate per coprire il mutuo, per diversi milioni di euro, contratto per l’acquisto della tenuta di Mariani, una decisione in pratica obbligatoria per legge, poichè vincolata a precisi utilizzi. Altro punto all’ordine del giorno riguarda la presa d’atto della non assoggettabilità a Vas del piano particolareggiato del centro matrice.

Una discussione importante e conseguenti decisioni dovrebbero nascere ed essere prese sui vincoli al patto di stabilità interno per il 2014 che, come pare risulti dai piani finanziari stanno mandando a gambe all’aria la gestione della cosa pubblica e costringono l’amministrazione ad una totale inoperosità.

L’impossibilità, pur avendone la disponibilità di cassa, di procedere a qualsiasi forma di pagamento, in acconto o a saldo, alla gestione degli appalti in itinere e all’espletamento di nuove gare, condiziona fortemente gli amministratori e determina per il paese, già penalizzato d un forte calo demografico e dall’assenza di attività di supporto commerciale o operativo di altro genere, un futuro a tinte fosche sul quale tutti sono chiamati a esprimere la propria opinione e fare adeguate proposte.

Dopo tanti sacrifici ora l’amministrazione pare sia intenzionata a dire basta e, non trovando altre vie d’uscita, per ridare un po’ d’ossigeno e vitalità alle poche imprese che ruotano intorno all’economia locale, potrebbe pensare anche a una clamorosa uscita dal vincolo di stabilità e all’avvio di un precedente, con le implicazioni che tale fatto potrebbe creare e gli sviluppi di vario genere, ovviamente tutti da valutare e verificare.

È ovvio che una presa di posizione di questo genere non mancherà di provocare reazioni solo in parte prevedibili ma c’è da augurarsi che la cittadinanza sia unita per affrontare con tutte le energie necessarie un domani per certi versi da reinventare.

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