Fuori dalla Polizia l’agente che coltivò canapa indiana
L’uomo era stato arrestato nel 2007 dalle Fiamme Gialle. Il Tar respinge il ricorso «Comportamento inconciliabile con le esigenze di tutela della collettività»
SASSARI. Voleva essere reintegrato nei ranghi ma nelle forze dell’ordine non c’è spazio per chi, commettendo gli stessi reati per i quali dovrebbe perseguire i comuni cittadini, lede il prestigio e l’immagine dell’amministrazione della pubblica sicurezza.
Questo, in estrema sintesi, il senso di una sentenza del Tribunale amministrativo regionale che nei giorni scorsi ha respinto il ricorso di un ex poliziotto che chiedeva l’annullamento del decreto con cui il Capo della Polizia aveva rigettato la sua istanza di riammissione in servizio.
La sentenza 502/2014 è solo la prima sulla vicenda amministrativa che riguarda un ex agente della Polaria in servizio fino a sette anni fa nell’aeroporto di Alghero. Il 29 marzo del 2007 l’uomo era stato trovato in possesso di alcuni spinelli dalla Guardia di Finanza mentre, ancora in divisa, faceva rientro nella sua abitazione. A insospettire le Fiamme Gialle era stata la reazione dei cani antidroga, che si erano avventati contro l’automobile. Nel corso della perquisizione cui era stata sottoposta l’abitazione dell’agente, i finanzieri avevano trovata una piccola coltivazione di canapa indiana costituita da sedici rigogliose piante.
All’udienza di convalida dell’arresto il poliziotto aveva spiegato che si era determinato a fare il “coltivatore diretto” di canapa indiana «per evitare, io poliziotto, di andare a comprare hascisc dagli spacciatori». Al Capo della Polizia e ai giudici del Tar l’uomo ha anche prodotto certificati medici comprovanti uno stato di depressione che lo assillava all’epoca dell’arresto.