La Nuova Sardegna

Sassari

Tre anni per il pestaggio di due amici

di Gianni Bazzoni
Tre anni per il pestaggio di due amici

Il grave episodio l’estate scorsa: i giovani accerchiati e massacrati da una gang avevano riportato lesioni gravissime

02 luglio 2014
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SASSARI. Calci, pugni e cinghiate sino a farli cadere per terra. Una violenza inaudita, esplosa all’improvviso e della quale i due amici purtroppo portano ancora i segni evidenti (uno anche una parziale invalidità). Per quel gravissimo episodio, accaduto circa un anno fa in piazza Tola, uno dei responsabili del pestaggio (gli altri non erano stati individuati con certezza) è stato condannato ieri a tre anni di reclusione. Si tratta di Fabio Tanca, 23 anni, sassarese, incensurato, arrestato a gennaio dagli investigatori della squadra mobile della questura - guidati dal dirigente Bibiana Pala - che avevano sviluppato le indagini stringendo il cerchio attorno alla gang di giovanissimi. Il «negro» - si era presentato così uno degli aggressori durante quella terribile notte di follia - era stato riconosciuto anche attraverso l’esame di alcune fotografie. Difeso dall’avvocato Mariano Mameli - che aveva puntato sul rito abbreviato - il giovane aveva detto di essersi pentito del gesto e attivato un parziale risarcimento del danno alle vittime che (difese dall’avvocato Patrizia Marcori) non si erano costituite parte civile. Il pubblico ministero che ha seguito l’inchiesta, Elisa Loris, aveva chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi riconoscendo le attenuanti generiche e quella del risarcimento del danno. Il giudice Giuseppe Grotteria ha deciso per una pena più severa: 3 anni di reclusione.

La storia. La vicenda risale alla tarda serata del 27 luglio dello scorso anno. Due amici stavano rientrando a casa e si erano fermati a parlare in piazza Tola, in quel momento deserta. A un certo punto erano stati avvicinati da alcuni giovanissimi che avevano cominciato a deriderli. Uno di loro aveva anche pronunciato la frase: «Io odio due cose: i neri e i froci». I due amici avevano cercato di evitare lo scontro, ma erano stati aggrediti con calci, pugni e cinghiate. Una violenza assurda e senza senso, proseguita anche quando le due vittime erano a terra. Poi la fuga.

Lesioni gravi. Trauma cranico e facciale, contusioni, cicatrici permanenti alle sopracciglia, fratture alla testa e sordità parziale: queste le conseguenze del pestaggio. I due giovani - che portano ancora i segni evidenti - avevano denunciato il fatto ed erano scattate le indagini degli investigatori della squadra mobile della polizia.

La banda. I testimoni che avevano soccorso i due feriti non erano stati in grado di fornire indicazioni per identificare gli autori del pestaggio, ma avevano confermato la brutalità dell’aggressione.

Il riconoscimento. Uno dei feriti, seppure in stato di forte shock, era riuscito invece a dare informazioni precise sulle caratteristiche di uno degli aguzzini: in particolare aveva descritto l’abbigliamento e fornito altri elementi che hanno portato gli investigatori della squadra mobile a raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Fabio Tanca.

L’arresto. A sei mesi dall’aggressione le vittime erano ancora in cura dai medici quando la polizia ha chiuso le indagini e depositato il rapporto alla procura della repubblica. Il giudice delle indagini preliminari Maria Teresa Lupino, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Elisa Loris, aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Fabio Tanca, disponendo al detenzione domiciliare. Il magistrato aveva chiesto il giudizio immediato. Ieri la sentenza che chiude solo in parte una bruttissima storia.

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