Il “Turritano” è una lingua parlata da un sardo su dieci
L’adozione dei criteri geografico e politico facilita l’attribuzione del termine a tutta la limba che si parla nella zona, con tutte le sue varianti dialettali
Dunque, il Turritano. Ho detto la settimana scorsa che avrei ripreso il discorso. Chiariamo intanto che “Turritano” è termine nuovo e insieme vecchio, se non antico. Nuovo per come è stato proposto, cioé nome della lingua dialettale parlata in una precisa area, scelto per determinarne meglio l’identità, premessa a una sua difesa e a una sua valorizzazione. Quasi antico perché data ad una cinquantina di anni fa quando Alberto Mori, in una sua famosa opera sulla Sardegna del 1966, accettò la proposta che aveva fatto Vico Mossa: «Tra l’Anglona, la Nurra, il Meilogu e il mare si stende una regione che si distingue nettamente per caratteri naturali e umani e che, pur non essendo una regione storica, com’è invece il Turritano che ne che ne costituisce la parte settentrionale, ha pure una sua chiara fisionoma geografica, un’unità che le deriva anche dall'essere la “regione di Sassari”. Il territorio cioé che gravita direttamente intorno alla “capitale del Capo di Sopra”».
In realtà Mossa aveva usato il nome proprio per quel nocciolo sassarese e insieme per i territori che parlavano il sassarese come la Romangia e la Flumenargia, dunque comprendendo anche centri come Sorso e Porto Torres. Addirittura, procedendo con questo criterio geografico (confini del territorio) e politico (cioé influenza di una egemonia sassarese) vi si potrebbe includere anche Sennori. Questo facilita l’adozione del termine “turritano” per tutta la lingua che si parla nella zona: meglio ancora, per tutte le varianti dialettali, da quelle sassaresi “in ciabi”, ad onta di quanto si racconta della purezza del sorsinco vs il continentalismo sassarese, a quella del sennorese come isola di resistenza logudorese (maschilizzante) sino al sassarese rustico della Nurra (e perché no anche al mix di sassarese e logudorese che si parla a Ottava e Li Punti?).
Avremmo dunque una lingua detta “Turritano” con tante varianti quanti sono i luoghi in cui la si parla avendo di fondo la base del sassarese storico. Una “lingua” parlata da qualcosa come 150 mila sardi, quasi un decimo della popolazione della Sardegna. E non è poco. Non so se e quanto questo discorso possa andare bene ai recenti difensori del sassarese o turritano che dicasi.
La mia proposta avrebbe il vantaggio di distinguere ogni specificità, ma nel contempo anche di chiamare a quella unità linguistica che è premessa necessaria a ogni altra unità.