La Nuova Sardegna

Sassari

Studium e stadium a scuola assai prima del liceo sportivo

Studium e stadium a scuola assai prima del liceo sportivo

Nel ventennio fascista il Regime dedicava molta attenzione alla educazione fisica e i docenti della materia venivano da studi di tipo universitario

04 settembre 2014
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Non riesco a immaginare con precisione a che cosa prepari un Liceo sportivo come quello che (finalmente? O c’è altro Tar di mezzo? E la Regione sarà puntuale?) ci è stato assegnato. L’obiezione più semplice è che nelle scuole lo sport è andato sempre, almeno nel passato, legato allo studio: come diceva la sigla dettata sessant’anni fa da Gaetano Mezzacapo alla società di Torquato Pons, “Studium et stadium”. L’“Azuni”, segnalato per gli studi, faceva man bassa di titoli ai provinciali studenteschi.

Ecco, un’eccezione che si dovrebbe fare in questo nuovo Liceo è di allentare l’atteggiamento di tanti professori che ho conosciuto (anche nel glorioso “Azuni”: e il fatto che fossero professoresse non cambia di molto il senso) fortissimamente avversi ai loro alunni che facevano dello sport. Pure se non pochi dei campioncini dell’istituto erano anche bravissimi in molte materie, e perfino in greco (mi permetto di ricordare qualcosa che ho scritto alcune settimane fa: Giovanni Battista Marongiu, il giornalista amico morto da poco a Parigi, era uno specialista del fondo non meno che studente intelligente e coraggioso). Ma ricordo anche che cos’era lo sport, o meglio ancora l’educazione fisica, nel ventennio fascista: il regime le dedicava molta attenzione, anche se le scuole avevano così pochi spazi che normalmente si faceva l’educazione fisica chiusi in classe, come fosse una materia orale. Ma i professori di E.F., come li si chiamava, venivano da studi di tipo universitario che avevano la loro mitica sede alla Farnesina di Roma. Menico Fracassi, che la frequentava, tornava a Sassari per le brevi vacanze continuando a indossare l’elegantissima divisa di gabardine blu cupo, i fianchi stretti da una cintura dorata su cui oscillava il pugnaletto dal manico d’avorio. Fiero, elegante e abbronzato, offriva a noi ragazzi un’immagine invidiata del “milite” fascista. Fu poi un professore severo ma anche comprensivo, e vice-preside dello stesso “Azuni”, oltre che general manager della “Studium” negli anni Cinquanta-Sessanta.

Tornando al discorso iniziale, penso che in base alla Legge Codignola del 1969 i ragazzi che usciranno da questo Liceo potranno iscriversi a qualunque specialità universitaria, anche se è pensabile che andranno a Scienze Motorie. Hanno tempo a decidersi, fino a quel giorno (io, del resto, ho cambiato Facoltà dopo quindici giorni, e non me ne sono mai pentito).

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