La Nuova Sardegna

Sassari

Pagano tutte le rate ma il mutuo non può essere estinto: manca un centesimo

di Giovanni Bua
Pagano tutte le rate ma il mutuo non può essere estinto: manca un centesimo

La surreale storia di due coniugi sassaresi che, dopo 15 anni di pagamenti regolari, hanno ricevuto un sms dalla banca: "La pratica non può essere chiusa". I due sono dovuti andare allo sportello della Bnl-Paribas per versare 1 centesimo di euro

12 settembre 2014
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SASSARI. Un centesimo, 19 delle vecchie e indimenticate lire. Questa la cifra che una coppia di coniugi sassaresi ha dovuto versare nelle casse della Bnl-Bnp Paribas per vedersi estinguere il loro mutuo, regolarmente pagato fino all’ultima rata per quindici lunghissimi anni. Centesimo su centesimo. Meno uno, l’ultimo, non aggiunto per fatale errore alla elargizione finale.

La voragine. Una voragine contabile che ha mandato in tilt la macchina burocratica del colosso bancario europeo. E probabilmente la testa di qualche solerte funzionario. Che invece di stornare la microcifra residua, come qualunque cassiera di minimarket fa senza chiedere troppe autorizzazioni, ha messo in piedi un’operazione che è finita per costare alla sua banca, a esser buoni, qualche centinaio di volte più di quello che ha incassato. E ai poveri correntisti una mattinata di lavoro passata in fila allo sportello condita da tanta incredulità e più di un filo di sacrosanta rabbia.

Quindici anni. Ma procediamo con ordine. Siamo a luglio. La coppia di ultraquarantenni sassaresi è pronta a festeggiare la chiusura del mutuo quindicennale che ha aperto nel 1999 con la allora Banca nazionale del lavoro. C’è da versare l’ultima rata semestrale da circa 1800 euro. Più qualche spicciolo per il bonifico. I due infatti circa 4 anni fa, anno chiuso il conto alla Bnl. «Dopo l’ingresso nel gruppo Bnp Paribas l’aria in filiale era cambiata – raccontano – prima il clima era amichevole, di grande cortesia, e soprattutto di vicinanza. Se un problema c’era si risolveva parlando con le persone presenti. Che sapevano chi eravamo. Da qualche tempo non era più così. Distacco, lontananza. Abbiamo deciso di cambiare banca». Cambio banca. Impressioni personali, sicuramente discutibili per molti, ma comunque legittime. I due cambiano banca e tutto fila liscio. Rimane il mutuo da pagare, che i coniugi onorano con regolarità ogni sei mesi facendo un bonifico o pagando la cifra allo sportello. A luglio l’ultima rata. «Una boccata di ossigeno – racconta l’uomo – anche perché nel mentre mia moglie ha perso il lavoro, abbiamo bambini piccoli. Insomma, star dietro ai pagamenti era diventato via via più faticoso. E rientrare in possesso di quei soldi mensili era per noi motivo di gran festa. Ed era proprio una gran festa che avevamo deciso di fare in famiglia».

La disattenzione. Il mutuo è intestato alla donna, che, con qualche giorno di ritardo, fa il bonifico. «Una disattenzione – spiega il marito – aveva avuto un piccolo impedimento. Ha pagato con 3 giorni di ritardo. Aggiungendo, per sicurezza, qualche euro».

Il centesimo. Tutto fatto, mutuo chiuso e festa in rampa di lancio. «A un certo punto – racconta l’uomo – arriva un sms, che ci informa che il mutuo non era chiuso perché al conteggio finale mancava la bellezza di un centesimo». Una comunicazione surreale, con l’ilarità per l’assurda richiesta che presto lascia subito spazio a rabbia e frustrazione. «Ma come – tuona l’uomo – io pago un mutuo per 15 anni e, una volta finito, mi vengono a chiedere un centesimo? Non mi aspettavo che stappassero con me lo champagne ma quando vado a fare la spesa nel market sotto casa e il conto è di 30 euro e un centesimo la cassiera, che certo ha minori stipendi e responsabilità di un funzionario, quel centesimo lo sconta. E invece la mia banca me lo viene a chiedere, e per di più sull’ultima rata?».

Il versamento. Proprio così. E la conferma arriva quando l’intestataria del mutuo si presenta nella filiale cittadina a versare il centesimo. Un’unica piccolissima monetina di rame accettata con un certo imbarazzo dall’impiegato. Causale? “Incasso rata, per regolamentazione posizione debitoria come da sms”. La banca gentilmente non fa pagare le commissioni (che sarebbero state altrimenti di oltre un euro). E comunica con lettera affrancata (costata già quella 60 volte l’incasso), che “a seguito del pagamento il mutuo risulta estinto e con esso l’ipoteca”.

Burocrazia. Operazione dovuta, necessaria, meccanica e non eludibile in alcun modo per una decina di leggi e regolamenti interni, diranno i solerti burocrati della banca italo-francese. Specchio di una gestione delle pratiche sempre più disumana, meccanizzata e lontana, viene invece da affermare. Con un computer che non distingue un centesimo da un milione che stampa l’avviso, e qualche ragioniere che, invece di ragionare, mette in piedi un’operazione che per incassare un centesimo costa mille volte di più. Al cliente prima di tutto, che per onorare l’ottusa operazione perde mezza mattina di lavoro. E tanta fiducia. E alla stessa banca. Che perde i soldi del francobollo, il tempo del funzionario e dell’addetto allo sportello. E soprattutto tanta, ma tanta credibilità.

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