La Nuova Sardegna

Sassari

Si è ripetuto il miracolo della Porta Santa

Si è ripetuto il miracolo della Porta Santa

A Nulvi suggestiva cerimonia religiosa alla presenza dell’arcivescovo di Tempio Sanguinetti

25 settembre 2014
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NULVI. Lunedì scorso la comunità nulvese ha celebrato l’apertura giubilare della Porta Santa di Santa Tecla, un rito che risale a tempi antichissimi e che è legato alla forte e secolare presenza monastica in questo centro dell’Anglona. A celebrare il rito è stato il vescovo di Tempio e Ampurias Sebastiano Sanguinetti accompagnato dal parroco di Nulvi don Pietro Pruneddu e dal clero diocesano.

Il cerimoniale si è aperto con una processione che è partita nel pomeriggio dal sagrato della chiesa parrocchiale dell’Assunta e si è portata nella piazza antistante la chiesa di Santa Tecla, dove il vescovo ha celebrato la liturgia della Porta Santa. Dopo la lettura del Vangelo il vescovo ha battuto per tre volte sulla Porta Santa con il martello argentato e dopo le tre invocazioni ha benedetto con l’acqua santa ed incensato la porta e gli stipiti. Poi si è inginocchiato e ha baciato la soglia della Porta Santa. Ha quindi spalancato l’antico varco e lo ha attraversato. Lo hanno seguito il parroco, tutto il clero e infine i tanti fedeli presenti. Una volta all’interno della bella chiesa la liturgia è proseguita con il canto del Gloria e con la celebrazione eucaristica. Nelle sua omelia monsignor Sanguinetti ha spiegato il significato simbolico della Porta Santa e del Giubileo, che deve essere vissuto come un percorso interiore per sperimentare la misericordia di Dio. «La Porta Santa è un grande privilegio per la comunità nulvese - ha detto il vescovo - un privilegio che venne concesso ai monaci Vallombrosiani che operarono a Nulvi per almeno tre secoli, portando qui una grande esperienza di fede. Un privilegio che nessuno di noi dovrebbe lasciar passare invano perché è un segno tangibile che il Signore ci guarda con uno sguardo di benevolenza». Monsignor Sanguinetti ha spiegato che la Porta Santa trova la sua origine nelle parola del Vangelo: «Io sono la porta delle pecore, entra nella porta per godere della dignità e dei favori dell’amore di Dio». «Come il diavolo e “colui che separa” - ha spiegato - la Porta Santa invece è ciò che unisce il popolo di Dio a Dio e attraverso la quale andiamo verso la vita, verso il bello, verso ciò che è giusto. E Dio ci aiuta a passare questa porta». Il vescovo ha quindi indetto l’anno giubilare «un anno propizio per la riconciliazione, una anno santo che riporta al centro della nostra attenzione Cristo Gesù, la centralità di Dio nella vita dell’uomo. Non stanchiamoci mai di chiedere perdono riconoscendo di essere peccatori - ha concluso - ma non vergogniamoci di esserlo. Passiamo attraverso questa Porta Santa e cambiamo la nostra vita». Monsignor Sanguinetti ha ringraziato don Nino Posadinu per la caparbietà con la quale ha creduto in questa storica riapertura e per essere riuscito nel 1985 a far rinascere questa antichissima tradizione.

Mauro Tedde

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