La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, l’autobus in balia di ragazzi impasticcati

di Luigi Soriga
Sassari, l’autobus in balia di ragazzi impasticcati

Lo sfogo degli autisti: «Le corse del venerdì e del sabato notte sono un incubo: cori razzisti, insulti e danneggiamenti»

17 ottobre 2014
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SASSARI. C’è una sorta di cortocircuito che attraversa i ragazzini. Chi sta a contatto diretto con il branco ne percepisce l’aggressività, l’arroganza, e l’essere totalmente fuori controllo. Gli autisti di autobus, ad esempio, ogni fine settimana tastano il polso a una generazione che in parte è alla deriva. Le corse notturne che il venerdì e il sabato cuciscono le discoteche cittadine sono un piccolo condensato del malessere giovanile. «Entrano che sono già completamente sballati – racconta Alessandro Russu, autista dell’Atp e sindacalista – hanno un’età che varia dai quindici ai vent’anni. Si sono imbottiti di pasticche, oppure hanno fatto il pieno di alcol prima di entrare nei locali». Così l’abitacolo del pullman diventa una specie di trailer del divertimento malato che la notte ha in serbo. «Non hanno freni inibitori, figuriamoci se badano alle telecamere installate nel mezzo. Quando arrivano in quelle condizioni sono mine vaganti, fuori controllo, e l’unica speranza è che gli altri passeggeri li ignorino o li isolano. Perché se gli danno corda è la fine. Si accende una reazione a catena che poi diventa ingestibile».

Succede ad esempio che sull’autobus salga qualche ragazzina con la gonna un po’ più corta, o con una scollatura per niente timida. «Viene subito presa di mira. C’è il primo imbecille che fa la battutina, ma poi la situazione degenera. E si sentono apprezzamenti e insulti da far rabbrividire, una violenza verbale gratuita e stupida. E tu che sei al volante alle prime frasi e risatine fai finta di niente, ma davanti a certe offese e umiliazioni non puoi tapparti le orecchie. E allora fermi l’autobus e chiedi rispetto». Qualche autista è stato circondato e ha passato dei brutti cinque minuti, e occorre molto sangue freddo e coraggio per tenere testa e non farsi divorare dal branco. «È capitato che qualcuno abbia lanciato oggetti e uova durante la corsa. Una volta si sono verificati dei danneggiamenti seri, con vetri rotti».

Anche quando salgono a bordo degli extracomunitari o dei cinesi il clima si fa molto più teso. «Ho assistito personalmente a cori razzisti rivolti verso un ragazzo di colore, ho visto ragazzini prendere in giro dei cinesi. E anche il quei casi per me si era superato il limite, e ha fermato l’autobus e minacciato l’intervento delle forze dell’ordine». Purtroppo da mezzanotte alle due del mattino, cioé la fascia più calda nella quale i giovani si muovono per riversarsi nelle discoteche, carabinieri e polizia non hanno tanti mezzi e uomini opeativi sul territorio. Un intervento tempestivo da parte loro è difficile, e un autista da solo non può gestire l’euforia chimica di un branco per più di dieci minuti. «Non possiamo chiudere le porte e aspettare i rinforzi. Dobbiamo cercare di calmare le acque, e anche se certi comportamenti andrebbero puniti, ci passiamo sopra e siamo contenti quando tutto si risolve senza violenza e danneggiamenti. Ma credeteci, la situazione sta veramente diventando insostenibile, e con i sindacati abbiamo chiesto all’azienda di studiare delle soluzioni. Non possiamo guidare e contemporaneamente fare le guardie del corpo. C’è in ballo non solo la nostra sicurezza, ma anche quella di tutti i passeggeri». (l.so.)

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