La Nuova Sardegna

Sassari

Colpo sventato a Tempio, si apre il processo

di Nadia Cossu
Colpo sventato a Tempio, si apre il processo

La viceresponsabile dell’Eurospin: è il supermercato più grande della zona ma non ci sono telecamere

30 ottobre 2014
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SASSARI. Il 5 aprile 2014 era un sabato, due settimane dopo si sarebbe festeggiata la Pasqua. «In quel periodo – chiede il pm Giovanni Porcheddu alla teste – il flusso di clienti, e quindi gli incassi del supermercato, aumentavano in modo significativo?». «Decisamente sì», è la risposta della vice responsabile dell’Eurospin di Tempio chiamata a testimoniare nel processo per la rapina sventata dai carabinieri del nucleo investigativo di Sassari e che ha portato all’arresto di otto persone. Secondo l’accusa, il colpo al supermercato era stato pianificato quel giorno per far sì che il bottino fosse di un certo peso. Anche perché quel punto vendita alla periferia della città gallurese «ha un volume di vendite di 150mila euro settimanali e raggiunge il picco degli incassi il sabato» ha confermato la teste al pm. Ma, soprattutto, «non ci sono telecamere né dentro né fuori». Pericoloso, considerata la mole di clientela: «Anche mille persone al giorno» ha detto la teste. Davanti al collegio presieduto da Silvio Lampus (che ieri mattina ha rigettato tutte le eccezioni sollevate dagli avvocati della difesa Rinaldo Lai, Franco Luigi Satta, Francesco Carboni e Di Michele) si è aperto il processo con la prima testimone citata dalla Procura.

I fatti riguardano gli otto arresti (cinque imputati sono a dibattimento, gli altri in abbreviato) che i carabinieri eseguirono lo scorso aprile nell’ambito delle intercettazioni ambientali che rivelarono la pianificazione di una rapina all’Eurospin di Tempio. I militari entrarono in azione 24 ore prima del colpo sulla 131 dove fermarono l’auto di Giampiero Sette, 51 anni, e della moglie Agostina Loi, 53, di Villagrande Strisaili. Nella macchina vennero trovate due pistole, caricatori, cartucce, passamontagna, guanti e fascette di plastica. La banda avrebbe avuto come base Tempio, dove Roberto Piroddi, 28 anni di Lanusei (figlio della Loi) e la compagna Arianna Ranedda, 22, di Tempio, stando alle indagini avrebbero messo a disposizione un appartamento come base logistica. Del commando avrebbero fatto parte Giuseppe Monni di 31 anni, suo fratello Giovanni Antonio, 23, e Pietro Mereu, 23, tutti di Orgosolo. Infine, a fornire le armi alla banda sarebbe stato Battista Pisanu, 51 anni, allevatore orgolese.

Il 5 novembre sarà conferito l’incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche.

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