La Nuova Sardegna

Sassari

Turismo e ambiente per rifarsi una vita

di Antonio Meloni
Turismo e ambiente per rifarsi una vita

Il progetto gestito da “Andalas de amistade” coinvolge detenuti in semilibertà o sottoposti a misure alternative al carcere

15 novembre 2014
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SASSARI. La riabilitazione sociale degli ex detenuti è un momento delicato e importante che può essere attuato esclusivamente attraverso sistemi sicuri e collaudati. In gioco c’è il recupero di persone che, una volta saldato il debito con la giustizia, sono pronte a rimboccarsi le maniche per ricominciare da capo. Con questo obiettivo è stato varato il progetto dal titolo “Turismo responsabilmente”, che permetterà il reinserimento nella società e nel lavoro di venti persone attualmente sottoposte a misure detentive. I dettagli di questa bella e imprtante iniziativa, gestita dal consorzio Andalas de amistade, sono stati illustrati ieri alla stampa, nella sala conferenze del Centro di educazione ambientale dello stagno di Platamona, dai responsabili del progetto affiancati dal sindaco di Sorso Giuseppe Morghen, dal vicepresidente del consiglio regionale Antonello Peru e da Tore Farina, componente del comitato d’indirizzo della Fondazione con il Sud, che cofinanzia il programma.

Riabilitazione sociale. Due anni di tempo per ricollocare venti detenuti: dieci dei quali sottoposti al regime di semilibertà, e gli altri inseriti nei protocolli previsti dalle cosiddette misure alternative. Il tutto è reso possibile grazie alla preziosa collaborazione dell’amministrazione penitenziaria e dell’Uepe (Ufficio esecuzione penale esterna) struttura che coordina l’applicazione delle misure alternative alla detenzione. L’intento, come ha spiegato a margine della conferenza Iside Stevanin, presidente del consorzio Andalas de amistade, è quello di «riabilitare socialmente i detenuti creando anche le premesse per la realizzazione di un’attività sostenibile sia sul piano ambientale che economico».

Cuochi e operai. La sede dell’attività sarà il Centro di educazione ambientale che sorge sulla strada per Platamona, struttura, con annesso percorso di legno, realizzata qualche anno fa dal Comune di Sorso con l’intento di valorizzare e salvaguardare il sito d’interesse comunitario che comprende lo stagno e il ginepreto. In quella sede «saranno avviate due attività - ha proseguito Stevanin -, una struttura ricettiva dotata di cucina e un’officina specializzata nella riparazione di biciclette, attività che a fine progetto dovranno essere in grado di proseguire autonomamente». Queste sono i servizi di base perché “il centro - ha aggiunto Giuseppe Morghen - si farà promotore di eventi e manifestazioni a carattere turistico e naturalistico tenuto conto del fatto che la posizione della sede è strategica in funzione del futuro sviluppo del territorio».

Turismo responsabile. Dal prossimo 24 novembre, dunque, entreranno in servizio i primi cinque operatori che avvieranno i motori di questa iniziativa ideata con l’obiettivo di realizzare un turismo responsabile e permettere la riabilitazione sociale di un gruppo di detenuti. “Va rimarcato il fatto - ha ricordato Antonello Peru - che fra qualche mese partirà il progetto di riqualificazione della fascia costiera, un intervento importante che contribuirà a rendere il sito ancora più strategico». Un programma complesso e ambizioso, dunque, che ha richiesto il lavoro sinergico di diverse realtà, oltre alle cooperative “Albatros” e “Robinson”, che fanno capo alla rete di Andalas, ci sono anche il Comune di Sorso, l’amministrazione del carcere di Bancali e la Fondazione con il Sud, che ha cofinanziato un progetto complessivo di 250mila euro in due anni.

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