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Sassari

“L’infanzia abbandonata”: conferenza con La Speranza

“L’infanzia abbandonata”: conferenza con La Speranza

OZIERI. Continua con crescente successo e col gradimento in particolare da parte delle fasce giovanili e delle famiglie, la serie degli incontri socio-culturali organizzati dal direttivo della...

10 dicembre 2014
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OZIERI. Continua con crescente successo e col gradimento in particolare da parte delle fasce giovanili e delle famiglie, la serie degli incontri socio-culturali organizzati dal direttivo della Fondazione La Speranza presieduto dall'architetto Sandro Cadoni.

Il benemerito ente sin dalla sua fondazione persegue l'intento di fornire un'adeguata assistenza a donne e bimbi in difficoltà.

Le conferenze che vedono relatori specialisti del settore tendono anche a valorizzare e far conoscere al vasto pubblico gli studi e le tesi di laurea dei neodottori di Ozieri e del territorio.

Nuovo appuntamento venerdì 12 alle ore 18 nella sala convegni del ristrutturato edificio dell'ex Asilo Infantile che sorge nella piazzetta retrostante Fontana Grixoni.

Interverrà la dottoressa Francesca Mandras che illustrerà i contenuti della tesi discussa nel Dipartimento di Scienze della Formazione ed Educazione dell'Università di Sassari dal titolo : “Orfani e trovatelli. Il problema dell'infanzia abbandonata nell'Europa occidentale fra il 18° ed il 19° secolo”.

La Fondazione La Speranza che opera con e per i giovani è sorta sulle orme del vecchio Asilo infantile, dell'Orfanotrofio maschile Tola-Gajas e di quello femminile Satta-Sequi che per decenni sono stati nel secolo scorso (ed ancor oggi lo sono) e non solo per gli ozieresi, sicuri punti di riferimento nel campo didattico-culturale, sociale ed assistenziale.

«L'abbandono dei bambini nell'Europa in epoca moderna e contemporanea - dice fra l'altro l’ozierese Francesca Mandras- era una pratica assai diffusa specialmente fra i ceti più poveri. Le cause erano molteplici prime fra tutte la fame e l'indigenza dei genitori privi spesso dei minimi mezzi di sussistenza. Altro motivo era la vergogna delle giovani madri per una gravidanza fuori dal matrimonio. All'interno delle strutture di accoglienza (gli ospizi) i trovatelli e gli orfani condividevano lo svantaggio di una nascita anonima e di una fanciullezza al di fuori da un'amorevole ed efficiente protezione familiare. Tutto ciò dev'essere da insegnamento per le presenti e le future generazioni».

Gerolamo Squintu

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