Traghetto in fiamme, "Torna alla mente il Moby Prince"
Luchino Chessa figlio del comandante della nave di Livorno in cui morirono 140 persone sottolinea: allora i soccorsi non arrivarono, oggi la macchina organizzativa sta operando bene. I passeggeri in salvo sono 363, cinque le vittime. La Procura di Bari apre un'inchiesta
SASSARI. «L'incidente del traghetto Norman Atlantic riporta alla memoria la tragedia del 10 aprile 1991: il dramma che hanno vissuto e stanno vivendo le persone su quel traghetto non può non far pensare alle 140 vittime del Moby Prince». Lo afferma in una nota Luchino Chessa, figlio del comandante del traghetto che si incendiò dopo una collisione nella rada del porto di Livorno.
«La differenza sostanziale tra la tragedia del 1991 è quella di ieri - sottolinea Chessa - è che la macchina dei soccorsi in questo caso è stata organizzata bene e ha fatto e sta facendo il suo lavoro. Al contrario nel caso del Moby Prince tutto è avvenuto nel segno dell'improvvisazione e della disorganizzazione, considerando oltretutto che l'incidente è avvenuto nella rada di un porto, Livorno, in una limpida e serena notte di primavera».
Chessa sollecita per la tragedia livornese un intervento del premier, Matteo Renzi: «Noi non dimentichiamo la tragedia di 23 anni fa e lo stesso dovrebbe fare Renzi che ieri è intervenuto puntuale ricordando il lavoro che la macchina dei soccorsi ha fatto e sta facendo per portare in sicurezza tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio del Norman Atlantic. Lo stesso Renzi nei giorni scorsi ha ricevuto una mia lettera aperta in cui si richiedeva per l'ennesima volta un suo intervento sulla vicenda Moby Prince. Alla luce di questa nuova tragedia del mare pensiamo che Renzi debba dare un segnale che può aiutare il nostro Paese a voltare pagina. Non più Moby Prince!».
Intanto il governo greco ha fatto sapere che sono stati recuperati quattro cadaveri nelle operazioni di salvataggio dei passeggeri del traghetto Norman Atlantic (ex Scintu), in viaggio da Igoumenitsa verso Ancona, Renzi nella conferenza sulla collisione ha detto che il numero saliva a cinque, la procura della Repubblica di Brindisi ha aperto un’inchiesta sull’incidente. La notizia è stata diffusa dal procuratore di Brindisi Marco Di Napoli. Il fascicolo riguarda le ipotesi di naufragio colposo e omicidio colposo a carico di ignoti. A Brindisi è arrivata ieri sera la salma dell’unica vittima finora accertata, un uomo greco che ha perso la vita nel tentativo di abbandonare il traghetto insieme alla moglie, che è riuscita invece a salvarsi.