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Fondazione Banco di Sardegna, attivo e dividendi in crescita

Fondazione Banco di Sardegna, attivo e dividendi in crescita

Il presidente Antonello Cabras ha illustrato il bilancio 2014: incremento di 90 milioni. "Venderemo le azioni BdS solo quando sarà conveniente farlo"

04 giugno 2015
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CAGLIARI. Supera il miliardo e 42 milioni di euro il bilancio 2014 della Fondazione Banco di Sardegna, con un incremento rispetto al 2013 di circa 90 milioni. I proventi ordinari netti della gestione finanziaria sfiorano i trenta milioni (29,9) di cui la metà è destinata al fondo di riserva e il resto alle erogazioni, che ammontano a oltre sedici milioni. Le cifre del bilancio consuntivo sono state illustrate nel dettaglio oggi, 4 giugno,  durante una conferenza stampa dal presidente della Fondazione Antonello Cabras.

«Quest’anno il dividendo è molto più importante dello scorso anno e lo stato di salute della Fondazione buono», ha sottolineato Cabras spiegando che «questo è ancora più apprezzabile se lo si inquadra in un contesto di crisi ancora importante che influisce sul sistema». 

Le immobilizzazioni finanziarie ammontano a 851 milioni di euro, derivanti da partecipazioni in istituti di credito (606 milioni), tra cui il Banco di Sardegna con 998mila euro (dividendo 2013 erogato alla Fondazione nel 2014). I sedici milioni di erogazioni si dividono nei settori della cultura, della ricerca scientifica, della salute pubblica, del volontariato e dello sviluppo locale.

Per il settore cultura la quota maggiore (450mila euro) va alla Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, di cui la fondazione bancaria è socio per il 5%, oltre al contributo per la candidatura di Cagliari capitale europea della Cultura (200mila euro), ci sono poi gli scavi per i Giganti di Mont’e Prama e i contributi alle Sovrintendenze. Nel settore ricerca le contribuzioni maggiori sono andate ai due atenei di Cagliari e Sassari per le borse di studio Ersu.

Il presidente Cabras ha detto inoltre che «la Fondazione venderà le proprie azioni del Banco di Sardegna solo quando sarà conveniente farlo».  «Non siamo obbligati a vendere, abbiamo cinque anni di tempo per farlo, ma lo faremo quando le condizioni potranno garantire un valore equo di mercato».

Il presidente ha ricordato che nel caso di vendita delle quote di partecipazione, che rappresentano quasi il 37 per cento, per effetto di una clausola parasociale il diritto di prelazione spetta al gruppo Bper (Banca popolare dell’Emilia Romagna).

Intanto è in corso una valutazione sulla possibilità di modificare il nome dell’istituto in « Fondazione Sardegna», mentre sono già state effettuate modifiche statutarie che entreranno in vigore dal prossimo rinnovo degli organismi di vertice, previsto per il 2017.

Tra queste da rilevare il divieto per chiunque abbia ricoperto la carica di componente negli organi della società del Banco di Sardegna di assumere cariche nella Fondazione prima di un anno dalla cessazione, ridotto anche il numero dei membri del comitato di indirizzo scelti in seno al comitato stesso (da cinque a tre) e di quelli del Cda, che passano da sei a quattro.

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