La Nuova Sardegna

Sassari

I migranti di Valledoria rifiutano il cibo

I migranti di Valledoria rifiutano il cibo

Protesta nel centro dell’Anglona dove i profughi chiedono alla cooperativa un trattamento dignitoso

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VALLEDORIA. È proseguita per tutta la giornata di ieri la protesta di una cinquantina di migranti (su un totale di 80 profughi a Valledoria) che si rifiutano di entrare all’interno della struttura che li ospita e si rifiutano di mangiare il cibo offerto dalla cooperativa che ha in gestione l’appalto, sia perché a detta loro lo stesso sarebbe di scarsa qualità e non sufficiente al fabbisogno giornaliero sia perché invece dei buoni spesa (del valore di euro 2,50) validi per l’acquisto di generi alimentari, preferirebbero avere i pocket money dello stesso valore monetario. Intanto, sempre nella giornata di ieri, dopo che i migranti avevano addirittura evitato di aprire il cibo che gli era stato consegnato dagli addetti all’accoglienza, sono stati alcuni cittadini di Valledoria a cucinare per loro e a offrirgli il necessario per il sostentamento quotidiano. E in questo caso i giovani profughi hanno ben gradito questo gesto di ospitalità e carità. «Ritengo - spiega l’assessore ai Servizi sociali Beatrice Serra - che sarebbe giusto corrispondere ai nostri ospiti i pocket money considerato che intanto il valore del ticket è equivalente. Questo consentirebbe la conclusione della protesta e il ritorno alla serenità tra questi giovani che stanno scappando dalla guerra». «Io rientrerò all’interno della struttura - dice il giovane 22enne Abdullah che è scappato dal Gambia con il barcone della speranza - solo quando la cooperativa mi garantirà i pocket money. Fino ad allora rifiuterò il cibo della cooperativa e dormirò all’esterno della struttura. Io desidero andare via dalla Sardegna - conclude Abdullah - perché il mio sogno è andare in Spagna». «Noi entreremo dentro la struttura - spiega Azan anch’egli un giovane del Gambia dei 25anni - solo se ci daranno i pocket money. Anche io voglio andare via dall’Italia per raggiungere altri Paesi europei». Intanto a fine serata tra i profughi è arrivata la notizia che la cooperativa consegnerà i pocket money e ritirerà i ticket ancora in loro possesso. “Sì, ci hanno promesso che stanotte ci consegneranno i pocket money - dice Azan - ma noi fino a quando non li vedremo staremo per strada».

Giulio Favini

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