La Nuova Sardegna

Sassari

Borse di studio, l’ira dei giovani medici

Borse di studio, l’ira dei giovani medici

Sassari oggi capitale della protesta: convocata un’assemblea contro il mancato finanziamento ai laureati degli atenei sardi

22 giugno 2015
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SASSARI. Sassari diventa per un giorno il centro della protesta regionale dei giovani medici contro il mancato finanziamento delle borse regionali di specializzazione riservate a laureati negli atenei sardi. Accade oggi, nella sala convegni dell’Ordine professionale, messa dai colleghi “anziani” a disposizione di quelli più giovani che cominciano a temere concretamente di non acquisire la sospirata specializzazione.

La riunione è stata convocata dal Coordinamento dei medici specializzandi per discutere di una situazione che sta provocando rabbia, ma anche sconforto. Al termine dell’assemblea, che si annuncia rovente, il vice presidente dell’Ordine Francesco Scanu affiancherà il coordinamento in una conferenza stampa. L’Ordine è un forte alleato dei giovani iscritti, che altrimenti si sentirebbero completamente abbandonati in questo momento di difficoltà. L’aria che tira, negli ambienti medici, è diventata davvero pesante.

I giovani laureati in Medicina non hanno un rappresentante, in quanto hanno deciso di portare avanti compatti la loro vertenza, quindi è stato l’Ordine a dare notizia della loro assemblea. La riunione di oggi è stata organizzata per decidere come proseguire la vertenza, visto che dalla Regione non arrivano segnali rassicuranti, ma anche per far diventare di dominio pubblico un problema che secondo gli interessati dovrebbe coinvolgere tutti i sardi.

Le borse di specializzazione regionali, che vanno a integrare quelle finanziate dal bando nazionale, essendo riservate ai laureati nell’isola aumentano i posti e conseguentemente la possibilità per i sardi di accedere a una scuola di specializzazione.

«Non solo – dice Giacomo Flore, un giovane medico che con Giovanni Antonio Ruggiu ha seguito fin dal principio la vicenda –. Quelle borse di specializzazione davano ai sardi la certezza che avrebbero potuto contare, in futuro, su medici che dopo essersi specializzati nell’isola sarebbero rimasti». Non sarà più così, di questo i giovani medici sardi sono certi «perché – spiegano – la graduatoria nazionale limita molto le possibilità di accesso ai candidati sardi. Non è una questione di preparazione, ma di sproporzione numerica dei concorrenti e di posti assegnati alla Sardegna. È normale che i sardi siano in numero inferiore».

«La nostra non è una ricerca di localismi – avvertono i medici che oggi si incontreranno in via Costa –. Vorremmo far capire ai sardi che questa nostra storia riguarda anche il loro diritto. Quelle borse regionali, che aumentavano le opportunità per i laureati nelle facoltà di Medicina di Cagliari e di Sassari, garantivano infatti anche ai sardi di avere i loro specialisti. È normale che, una volta conseguita la specializzazione, i medici tornino nelle loro città e nelle loro regioni».

Il danno provocato dal mancato finanziamento delle borse di specializzazione da parte della Regione, potrebbe essere irreparabile se non si troverà rapidamente una soluzione.

I medici che oggi si ritroveranno nella sala dell’Ordine sono pronti a manifestazioni di protesta eclatanti ma intanto cercano il dialogo «anche se i segnali che arrivano da Cagliari sono negativi, e non da adesso – si lamentano gli aspiranti specializzandi –. I numeri dimostrano che la Regione ha cominciato già da due anni a tagliare i fondi per la formazione dei medici: 124 borse finanziate nel 2013, un centinaio nel 2014, nessuna nel 2015».

Il coordinamento oggi darà voce alla rabbia e alle proposte dei camici. Solo nel nord Sardegna, sono più di duecento i giovani interessati alla soluzione di un problema che rischia di vanificare i loro sogni o di rallentarne la realizzazione.

Il Coordinamento deve prendere decisioni importanti e oggi è intenzionato a farlo, con la sgradevole sensazione di essere impegnato in una corsa contro il tempo.

Le borse di specializzazione dovevano essere finanziate prima del bando nazionale, che è stato pubblicato alla fine di maggio. Invece a oggi la Regione non ha ancora pianificato la copertura finanziaria per le borse di studio di area medica, riservate ai medici laureati nelle università sarde. La speranza è che la Regione torni sui suoi passi e finanzi le borse di studio regionali, come è già successo nella penisola.

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