La Nuova Sardegna

Sassari

Sanna: «Ascolto tutti ma alla fine decido io»

di Giovanni Bua
Sanna: «Ascolto tutti ma alla fine decido io»

Ztl, industria, Puc, raccolta differenziata, acqua, campus e palazzetto dello sport Il sindaco risponde a tutto e spiega: è stato un anno duro ma sono fiducioso

10 luglio 2015
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Testardo? Meglio risoluto. Perché spesso a prendere certe decisioni piange il cuore, ma se sei sicuro che con le tue scelte l’interesse complessivo sia salvaguardato vai avanti. Dopo aver sentito tutti, ma comunque solo». Parla a ruota libera il sindaco di Sassari Nicola Sanna, che, al giro di boa del primo anno di mandato, fa il punto di quanto fatto, e del tanto che rimane da fare. Tra tensioni, gioie e delusioni. E un’energia che lo porta ad essere in prima linea su ogni dossier aperto e gli vale spesso, anche da chi gli è più vicino, accuse di iper decisionismo .

Le tensioni. «Io mi considero una persona molto aperta – spiega Sanna – e disposta al dialogo. Ho presenziato a 79 riunioni di giunta. Trenta sedute di consiglio e, praticamente ogni settimana, riunioni di maggioranza, oltre all’attività di partito. Spesso perdo ore di sonno per rispondere a chi mi cerca su facebook. Capisco che in un partito grande e plurale come il Pd, e ancor di più in una coalizione piena di tante anime, ci sia una dialettica molto animata. Ma alla fine ognuno difende giustamente il suo pezzettino. E io invece i pezzi li devo mettere insieme tutti».

Abbanoa. «La situazione è oggettivamente gravissima. Anche se dobbiamo difendere Abbanoa, che è, attraverso Comuni e Regione, la società dei sardi. Sopra la quale c’è l’Egas, che presiedo, e che vigila su quello che Abbanoa fa. Dentro Abbanoa è stato messo il brutto e il bello, ciò che funzionava e ciò che già era inefficiente. E questo mix esplosivo con Cappellacci non è stato governato per anni. Ora stiamo cercando di riprendere in mano la situazione. Usando i circa 500 milioni che ci sono programmati in Regione per gli investimenti su reti e bacini. Serve pazienza da parte dei cittadini, risposte all’emergenza immediate, come a Sassari dove stiamo facendo una pulizia eccezionale, ma soprattutto interventi, come quello da 3 milioni a Truncu Reale».

Centro storico ed Ersu. «Il centro storico è vuoto e spopolato. Ecco perché io mi sono battuto per la casa dello studente alla Caserma Lamarmora, e presto si vedranno i risultati. Mi hanno accusato di aver fatto perdere i finanziamenti Cipe. In realtà la ricerca di terreni dell’Ersu è stata profondamente sbagliata visto che le scelte urbanistiche erano altre, e ha causato grandi e comprensibili tensioni. Ora l’abbiamo ricomposta, parte dei finanziamenti, il 3%, sono già stati persi. Ma il resto sarà salvato anche grazie all’intervento della Regione. E comunque per quanto mi riguarda e quando è possibile le opere finanziate con i soldi pubblici si fanno su terreni pubblici».

Predda Niedda. «La zona industriale non deve perdere la sua vocazione, che è la sua forza. Certo deve essere riconsegnata al Comune, che deve governarla. Anche se esistono problemi difficili da gestire, come ad esempio l’enorme debito che il consorzio Zir ha con Abbanoa, quasi 11 milioni. E Roma ci deve ridare l’Ici sui capannoni».

Le strade vicinali. «Un progetto a cui teniamo molto, nell’ottica del rilancio delle borgate, è quello di sfruttare il reticolo delle strade vicinali, rendendole piste pedo-ciclabili. Unendo il gran numero di siti archeologici, chiesette, domus de janas, nuraghi, che potrebbero diventare oro per le nostre borgate».

Ztl. «Stiamo procedendo a piccoli passi. Con ben chiaro in testa l’obiettivo. Zone pedonali, più o meno grandi, avvicinabili dalle auto. Stiamo limando piccole cose, come le zone di sosta breve a disco, che piacciono molto ai commercianti. E progettandone di grandi, come l’”otto” che abbiamo immaginato con Atp per la circolazione degli autobus. Anche qui: ognuno ha la sua ricetta, e per fare qualcosa bisogna scontentare tutti».

Rifiuti. «Con la differenziata siamo al 47 per cento. La Regione ha cambiato le penalità e questo potrebbe costarci già nel 2015 1 milione e mezzo di “multa”. Stiamo implementando il porta a porta nelle borgate e nella prima periferia delle città. Ma serve un moto d’orgoglio dei cittadini. Buttiamo meglio la nostra immondizia per non buttare i nostri soldi».

Area metropolitana. «Abbiamo ripreso un lavoro che tutti stanno condividendo. Un asse forte del Nord Sardegna che non è la vecchia provincia ma un’idea di territorio a standard europeo. La Regione deve tenerne conto. E, che sia area metropolitana o area vasta metropolitana, deve garantire che le risorse siano equamente spalmate su tutta l’isola».

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative