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«Veterinari sottopagati a Sassari», nasce un caso nazionale

di Paoletta Farina
«Veterinari sottopagati a Sassari», nasce un caso nazionale

Fnovi e Anmvi: bando per borsisti nell’ospedale didattico a 60 cent l’ora Il direttore di Dipartimento: «Attacco vergognoso, pronti ad azioni legali»

02 agosto 2015
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SASSARI. Se l’ateneo sassarese non può tenere aperto l’ospedale didattico di Veterinaria lo chiuda, ma non può pagare i borsisti 60 centesimi all’ora. Sta scatenato un putiferio nazionale la pubblicazione di un bando di concorso per l’attribuzione di una borsa di studio semestrale per svolgere compiti di assistenza “a supporto” nell’ospedale didattico veterinario, per un importo totale lordo di 1800 euro. Furibonda la Fnovi (la Federazione nazionale degli Ordini Veterinari Italiani) che chiede al Dipartimento di Medicina veterinaria l’immediata revoca del bando. Segnalando il caso ai ministri della Sanità e dell’Istruzione affichè intervengano. Sulla stessa linea l’Anmvi, l’associazione dei professionisti, che cita altri casi di laureati sottopagati dai propri atenei, a Milano e Terano

Ma l’Università non ci sta ad essere accusata di dare paghe miserevoli e sfruttare i suoi dipendenti e annuncia azioni legali. «Sessanta centesimi all’ora? È un’assurdità – ribatte il direttore del Dipartimento di medicina veterinaria, il professore Eraldo Sanna Passino –. Stupisce che Fnovi e Anmvi non si siano documentate, non abbiano chiesto a noi chiarimenti, perché già dal bando è chiaro che la retribuzione oraria al borsista sarà di dieci euro». Che prosegue: «L’ateneo ha dato mandato al proprio ufficio legale di verificare se ci siano gli estremi per una denuncia, a tutela dell’immagine dell’università». E aggiunge, Sanna Passino: «Contro di noi un attacco vergognoso che non vorrei nascondesse magari il disegno di far chiudere la nostra facoltà, un disegno che coinvolge altre facoltà di medie dimensioni».

Nella nota inviata, il presidente Gaetano Penocchio fa presente che dalla documentazione pubblicata lo scorso 22 luglio «emerge nella sua cruda evidenza la circostanza che la borsa di studio avrà un importo complessivo lordo di 1800 euro per 90 turni di 24 ore». Quindi, ragiona il presidente Fnovi, ci sono da aggiungere «Iva ed Enpav che sono a carico del borsista». Senza contare che andranno detratti i costi «per la copertura assicurativa (15 euro al mese) per danni a terzi e la polizza infortuni». Fatti i calcoli, per la Fnovi il borsista sarà pagato 60 cent all’ora.

«Non è così – replica Eraldo Sanna Passino –. La Fnovi lascia intendere turni massacranti a fronte di uno stipendio mortificante. In realtà il bando prevede due ore al giorno di lavoro, con un minimo di 8 chiamate fino a un massimo di 15 al mese. L’ospedale, è bene ricordarlo, svolge gratuitamente un lavoro non riconosciuto dal servizio sanitario nazionale. Nè abbiamo, come avviena altrove, contributi dalla Regione. E l’organico è insufficiente, di qui la necessità di un supporto da parte dei borsisti. Certo, anche 10 euro all’ora non è una cifra da capogiro». Per finire con una riflessione: «Il problema delle retribuzioni basse riguarda tutto il Paese. Ce ne siamo accorti?»

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