Canone del suolo pubblico per le società di servizi
Tula, la proposta del consigliere Claudio Meloni è prevista dal Codice della Strada La tassa sarebbe a carico delle aziende idrica, elettrica, telefoniche e rete del gas
TULA. Applicare la legge che consente di richiedere alle grandi società di servizi il pagamento al Comune di un canone concessorio. Questa la proposta del consigliere comunale di Tula Claudio Meloni, che in una nota inviata ai colleghi del consiglio chiede loro di sottoscrivere una mozione unitaria sull’argomento da far approvare nell’assemblea civica. Il canone del quale parla Meloni è previsto dall’articolo 27 del decreto legislativo 285 del 1992 (nient’altro che il Codice della Strada) e consiste nella possibilità data alle amministrazioni di richiedere dei corrispettivi in denaro per l’uso del suolo pubblico: in pratica si tratta di una tassa sull’utilizzo delle strade e delle loro pertinenze, un introito che porterebbe un po’ di ossigeno nelle casse del Comune.
Sarebbe un canone non ricognitivo, ovvero determinato senza tenere conto dei parametri del beneficio economico relativi all’occupazione del suolo: quindi una cifra simbolica, diversa dalla Tosap e dalla Cosap ma aggiuntiva ad esse, e che potrebbe servire come fondo per la manutenzione delle strade, anche nelle more dell’impegno delle grandi società di gestione quando si tratta di effettuare ripristini stradali.
«L’applicazione dell’articolo 27 – dice il consigliere Meloni – darebbe la possibilità di creare ulteriori introiti di bilancio alla cui formazione contribuirebbero società come Enel, Abbanoa, operatori della telefonia e concessionari o operatori delle reti del gas, che sono titolari delle concessioni per condutture e linee telefoniche sotterranee, intercapedini e manufatti simili, contenitori di cavi e altri tipi di condotte e linee, ma anche pozzetti e cabine telefoniche, camerette di ispezione e botole, tralicci, sostegni per l’illuminazione pubblica e per altre forniture di energia. Sarebbe una sorta di contropartita per l’uso del suolo pubblico comunale – aggiunge il consigliere – che avrebbe come unico obiettivo quello di garantire il buon andamento dell’attività del Comune, quale soggetto attivo dei tributi e delle entrate non tributarie, nel rispetto dei principi generali di equità, chiarezza, semplicità, certezza, efficacia, economicità, nonché a stabilire un corretto rapporto di collaborazione con il contribuente».
Le grandi società di gestione dei servizi energetici, idrici e telefonici, con le loro strutture “invadono” strade e pertinenze e in particolare il cielo e il sottosuolo: perché quindi non far pagare loro un canone? Questa la proposta del consigliere Meloni, per la quale occorre l’approvazione da parte del consiglio comunale e la redazione di un apposito regolamento che determini categorie, tipologie e tariffe.