La Nuova Sardegna

Sassari

Un mese senz’acqua potabile: «Ora basta»

Civiltà è Progresso: siamo come nei paesi rasi al suolo dalla guerra. E Abbanoa continua a far pagare

07 ottobre 2015
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. «7 settembre-7 ottobre: è la data del trigesimo senza acqua potabile ma con una rabbia sempre più grande da parte dei cittadini». Non fa tanti giri di parole l’associazione Civiltà è Progresso per denunciare il disservizio e chiedere quali siano i motivi per cui Abbanoa continui ad erogare acqua non potabile da oltre un mese, pericolosa per la salute, e a farla pagare come acqua potabile. «A singhiozzo arriva in alcune piazze cittadine un’autobotte per distribuire acqua – dice il presidente Alba Rosa Galleri –, come nei paesi rasi al suolo dalla guerra, che parrebbe provenire esattamente dallo stesso potabilizzatore da cui proviene l’acqua di rete: a questo bisogna aggiungere che nonostante i proclami della nostra amministrazione, nonostante le assicurazioni dell’assessore ai Servizi sociali – secondo cui agli utenti indigenti ai quali era stato effettuato lo slaccio per morosità sarebbe stata riallacciata in pochi giorni – resta top secret il numero dei riallacci».

Alcune famiglie vivono da oltre quattro mesi elemosinando acqua dai vicini e trasportandone ettolitri per bere, per cucinare, per l’igiene personale e della casa. «Il sindaco pare stia conducendo una battaglia personale finalizzata ad “uscire da Abbanoa” – aggiunge il presidente dell’associazione – lo ha dichiarato di recente che è ora di “andare alla guerra” insieme all’altro sindaco pentastellato di Assemini, e nel frattempo intrattiene rapporti cordiali e succubi coi vertici del gestore idrico: si è attivato per il riallaccio, in sole 24 ore, all’asilo nido, dopo che la cooperativa che gestisce la struttura comunale si è accollata il 40 per cento del debito del predecessore, pratica che Abbanoa è solita applicare e per la quale è stata recentemente sanzionata dall’Antitrust in maniera pesante».

Nella guerra contro Abbanoa, secondo l’associazione, è stata accantonata anche la delibera del commissario straordinario, che promuoveva azione nei confronti dell’ente gestore per «ottenere tutti i provvedimenti cautelari e di merito volti alla risoluzione definitiva delle problematiche, nonché al risarcimento dei danni causati all’amministrazione e ai cittadini». La cittadinanza è ormai esasperata e tante famiglie stanno utilizzando, pur essendo vietato, l’acqua di rete per bere e per cucinare: «Signor sindaco – conclude l’associazione – non è più tollerabile, lei si sta comportando peggio dei suoi predecessori, che qualche volta ascoltavano i cittadini e le associazioni che ne tutelano i diritti: il periodo di rodaggio è finito!». (g.m.)

Comune

Sassari, terremoto politico in giunta: fuori l’ex M5S Laura Useri

Le nostre iniziative