La Nuova Sardegna

Sassari

Stalking e lesioni, condannato a due anni

di Nadia Cossu
Stalking e lesioni, condannato a due anni

La vittima ha denunciato l’ex compagno a gennaio: «Mi inseguiva per strada con il coltello anche davanti ai nostri figli»

07 novembre 2015
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SASSARI. Ha denunciato lo scorso gennaio l’uomo con il quale ha convissuto per anni e dal quale ha avuto cinque figli. Lo ha denunciato dopo una serie di «soprusi subìti», maltrattamenti, minacce, stalking. Episodi avvenuti spesso anche in presenza dei bambini che, purtroppo, oggi manifestano i segni di un disagio familiare importante. Due giorni fa il giudice ha condannato l’ex convivente – processato con rito abbreviato – a due anni di reclusione.

La vittima, una donna di 43 anni che vive nel centro storico di Sassari, all’indomani della condanna racconta il suo dramma e arriva dire di non essersi sentita «tutelata» in questa sua battaglia per allontanare da sè e dai propri figli l’uomo che un tempo ha sicuramente amato moltissimo. «Ma che poi è diventato un persecutore. Entrava in casa, mi seguiva con il coltello, voleva che lasciassi l’appartamento dove vivo con i bambini. Loro hanno sofferto moltissimo, so che bisognerà fare molta strada prima di riuscire a trovare serenità». La sentenza di condanna – per lui che era già ai domiciliari – potrebbe essere il primo importante passo.

La donna in questione è la stessa che una settimana fa era stata svegliata nel sonno da un uomo col volto coperto che le aveva tappato la bocca con la mano, l’aveva minacciata mentre dormiva accanto alla sua bambina di appena un anno e sei mesi. Quest’uomo non le aveva fatto del male, l’aveva spaventata a morte, aveva anche allungato la mano verso la bambina «chiamandola per nome», dice lei. «Erano le quattro del mattino, ero crollata a letto dopo due notti in bianco perché mia figlia stava male. E infatti per questo era nel letto con me, è asmatica e aveva difficoltà a respirare. A un certo punto ho sentito un peso sulle gambe, ho aperto gli occhi e lui mi ha tappato la bocca. Aveva una calza in testa e i guanti di lana, mi ha detto che dovevo lasciare quella casa, poi ha toccato la bambina ed è andato via». Il sospetto che potesse trattarsi del suo ex compagno è stato immediato. Ma lui da un po’ è ai domiciliari in un paese vicino a Sassari, con il braccialetto elettronico per giunta. Quindi ogni spostamento sarebbe stato registrato. «Io penso che abbia mandato qualcuno a spaventarmi e minacciarmi per convincermi ad andare via dalla casa in cui vivo». Sospetti, naturalmente, non supportati da alcuna prova.

L’avvocato Lisa Udassi, che assiste l’imputato, in aula ha sollevato più di qualche dubbio sulla dinamica dei fatti contenuti nella denuncia (che hanno avuto come conseguenza l’avvio del processo penale). Il legale ha anche aggiunto che in più di un’occasione sarebbe stata anzi la donna «a seguire l’ex compagno» e ha espresso poi perplessità «sulla attendibilità dei suoi racconti». Ma il giudice Elisa Marras ha evidentemente creduto alla vittima e, rispetto ai due anni e dieci mesi chiesti dal pm, ha condannato il presunto stalker a due anni.

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