La Nuova Sardegna

Sassari

Il ricordo di Enza Chessa, la studiosa che portò i fichi d’India alla Fao

Il ricordo di Enza Chessa, la studiosa che portò i fichi d’India alla Fao

Scomparsa il 15 ottobre scorso, è stata ricordata dall'assessore regionale all’Ambiente: la sua docenza universitaria nel 2001 fu un record nel record: prima donna diventata professore ordinario nella facoltà di Agraria

19 novembre 2015
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SASSARI. Donatella Spano, assessore regionale alla Difesa dell’Ambiente e sua collega all’Università di Sassari, l’ha voluta ricordare elencando i suoi traguardi: gli studi universitari coronati a 24 anni con la laurea conseguita con 110 e lode, la brillante carriera scientifica, la cura dell’azienda di famiglia, il grande amore per la sua famiglia, la docenza universitaria che nel 2001 fu un record nel record: prima donna diventata professore ordinario nella facoltà di Agraria.

Enza Chessa, scomparsa prematuramente il 15 ottobre all’età di 62 anni, era questo e molto altro. Come tutte le donne che riescono a realizzare i propri sogni, affrontava i sacrifici che questo comporta con entusiasmo e passione. Ma anche con un sorriso per tutti. La docente della Scuola di arboricoltura dell’Università era una donna che sapeva far amare la materia ai propri allievi e che con lo stesso sorriso riuscì a convincere i suoi interlocutori, della politica e delle istituzioni accademiche, a dotare la Sardegna delle tutele per la biodiversità. Chi l’ha conosciuta, la descrive come una gran signora capace di offrire «esempio – per usare ancora le parole di Donatella Spano –, guida, affetto e preziosi orientamenti per il proprio futuro».

Enza Chessa domani alle 16.45 sarà ricordata dal marito Luigi Lotto, dalla figlia Eleonora, dal fratello Pasquale Chessa e dai numerosi familiari e amici alla messa per il trigesimo che sarà celebrata nella chiesa di San Michele ad Alghero, la sua città di origine e alla quale era molto legata.

All’Università di Sassari il suo curriculum è un esempio per i tanti che aspirano a una carriera universitaria: laurea in Scienze Agrarie con il massimo dei voti, per dieci anni ricercatrice all’Isbcam del Cnr (per un anno sostituì il direttore), fino a diventare primo professore donna di prima fascia nella “sua” facoltà. Di Enza Chessa rimangono i risultati della scrupolosa attività di ricerca sulle modificazioni fisiologiche, biochimiche e morfologiche dei processi di sviluppo delle principali specie arboree da frutto.

Autrice di circa 120 pubblicazioni scientifiche, di numerose comunicazioni e poster a congressi, la docente dedicò un impegno speciale alla coltura del Fico d’India. «Soprattutto il gruppo di lavoro della Fao sul Fico d’India, una creatura di Enza – ha ricordato l’assessore Donatella Spano – è divenuto un luogo di amicizia, comprensione di diversità e collaborazione senza frontiere. Il centro della biodiversità, altra passione di Enza, ha ricevuto impulso e guida illuminata fino a istigare i luoghi della politica e della famiglia a dotare la nostra regione delle tutele legislative per la preziosa biodiversità della Sardegna». Di Enza Chessa sono note anche le collaborazioni determinanti alla redazione del volume “Patrimonio genetico di specie arboree da frutto. Le vecchie varietà della Sardegna”, ma anche il capitolo sulla Conservazione nel volume “La coltura del ficodindia”. Onorare la memoria di una studiosa come Enza Chessa significa, per l’Università alla quale ha dato tanto lustro, continuare i suoi studi. Con lo stesso entusiasmo, con lo stesso impegno.

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