La Nuova Sardegna

Sassari

Il Tar: lo studente israeliano è in regola

di Nadia Cossu
Il Tar: lo studente israeliano è in regola

Esami registrati in ritardo e la questura non rinnova il permesso all’aspirante medico. I giudici condannano il Ministero

12 gennaio 2016
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SASSARI. Quei due esami – anche se realmente sostenuti e superati – non erano ancora stati registrati nel libretto informatico dell’Università. Tanto è bastato alla questura di Sassari per negare a uno studente israeliano iscritto al sesto anno di Medicina il rinnovo del permesso di soggiorno. Un diritto previsto dalla legge «per motivi di studio» riconosciuto solo se, negli anni successivi al primo, si superano almeno due esami.

Nel caso in questione lo studente i due esami li aveva superati, eppure la questura non li ha ritenuti validi perché formalmente non erano stati registrati dalla segreteria degli studenti, nonostante fossero documentati con una dichiarazione firmata dai singoli docenti. Il giovane israeliano, studente serio e appassionato di Medicina, si è rivolto all’avvocato Loredana Martinez perché lo tutelasse in questa situazione. Il legale ha presentato ricorso al Tar che lo ha accolto dando quindi ragione allo studente con una sentenza che ha condannato il ministero dell’Interno al pagamento delle spese processuali in favore dello Stato (ossia all’amministrazione della giustizia amministrativa che ha anticipato le spese, in quanto lo studente ha beneficiato dell’ammissione al gratuito patrocinio), una cifra pari a 2.650 euro.

Nel suo ricorso l’avvocato Martinez ha in sintesi sostenuto che «la legge non ricollega il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di studio alla registrazione degli esami da parte della segreteria, ma all’effettivo superamento degli stessi, come ho dimostrato essere realmente avvenuto – puntualizza il legale – con il deposito delle dichiarazioni dei docenti».

Il tribunale amministrativo (Francesco Scano presidente, Tito Aru consigliere e Antonio Plaisant consigliere estensore) accogliendo il ricorso ha spiegato che «non assume alcun rilievo la mancata registrazione degli esami superati nel libretto informatico dell’Università, trattandosi di un aspetto inerente la “burocrazia interna” dell’ufficio che non può ricadere in danno al ricorrente».

Una sentenza (è stata depositata l’8 gennaio in segreteria)che in qualche modo riconosce allo studente israeliano il sacrosanto diritto allo studio, in un paese lontano da quello d’origine ma nel quale si è perfettamente integrato scegliendo di dedicarsi alla Medicina spinto anche dal desiderio di poter essere un domani utile alle persone bisognose di assistenza sanitaria.

«Sta facendo tanta fatica per studiare e prendere la laurea – ha aggiunto l’avvocato Martinez – considerato che ha dovuto imparare la lingua italiana. Con questa sentenza ha finalmente visto riconosciuto il diritto fondamentale di ogni individuo all’istruzione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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