La Nuova Sardegna

Sassari

Mutuo oneroso e la banca diventa ostile

Mutuo oneroso e la banca diventa ostile

Risposta negativa a un cliente in difficoltà economiche che vorrebbe rinegoziare. Il dubbio: l’istituto punta alla casa?

20 gennaio 2016
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Gentile redazione, vi pongo un quesito su una questione che mi suona come ingiustizia. Otto anni fa ho contratto un mutuo a tasso fisso che oggi risulta particolarmente oneroso. Avrei voluto avvalermi della possibilità prevista dalla legge di ricontrattare il mutuo o di effettuare la surroga, perché nel frattempo sia io che mia moglie abbiamo perso gli stipendi che avevamo a quel tempo e stiamo tirando avanti con mille difficoltà con stipendi molto ridotti e io addirittura sono disoccupato. Mi hanno negato la ricontrattazione del mutuo perché non abbiamo un reddito sufficiente per sottoscrivere quello che, per loro, sarebbe un nuovo mutuo. Capisco che una nuova banca non accetti un cliente ad alto rischio di solvibilità (anche se finora ho onorato tutti i miei impegni), ma non comprendo perché la mia banca, la stessa con cui ho il mutuo da 720 euro mensili, mi neghi la possibilità di abbassarlo. Abbassandosi l’importo mensile, oltre che esercitare un mio diritto, potrei nutrire la speranza di portare a termine il mio mutuo e di salvare la mia casa per mia figlia. A questo punto mi sorge il dubbio: puntano alla mia casa?

Gentile Lettore, la questione che Lei pone non è semplice. Purtroppo, il diritto non è in grado di offrire, da solo, una risposta appagante alla Sua esigenza. Quello di rinegoziare il mutuo, infatti, è un diritto (più correttamente, una facoltà), è vero. Tuttavia, è una facoltà riconosciuta ad entrambe le parti contraenti il mutuo originario; al mutuatario consumatore così come alla banca mutuante. Ciò comporta che, per procedere alla rinegoziazione, occorre il consenso di entrambe le parti. Non è possibile costringere la banca a rinegoziare, se non vuole. Sono situazioni, insomma, che più che con il diritto si risolvono con il buon senso. Continui a dialogare con il Suo istituto di credito e spieghi per bene che una rata più bassa sarebbe per Lei sostenibile mentre una troppo alta porterebbe inevitabilmente all'insolvenza. Ricordi alla banca che la legge impone ai contraenti di comportarsi secondo buona fede è che se un domani Lei riuscisse a dimostrare in giudizio che essa, negandole la rinegoziazione, ha tenuto un comportamento contrario a buona fede, abusando del suo diritto di creditore, sarebbe tenuta al risarcimento dei danni. La Banca, in altri termini, deve offrire una congrua ragione per negare la rinegoziazione, pena l'abuso del suo diritto di creditore e la violazione della buona fede contrattuale.

Ufficio studi del Consiglio notarile dei distretti riuniti di Sassari, Nuoro e Tempio

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