La Nuova Sardegna

Sassari

Malati senza garze e siringhe a domicilio

Malati senza garze e siringhe a domicilio

L’Adi: l’Asl ha deciso di risparmiare sul servizio. I parenti dovranno ritirare il materiale alla farmacia di via Monte Grappa

31 gennaio 2016
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SASSARI. La spending review dell’Asl taglia i costi sui servizi dell’assistenza domiciliare. I parenti dei pazienti allettati sono chiamati a fare un ulteriore sacrificio: i presidi medici gratuiti che l’azienda sanitaria recapitava 3 o 4 volte al mese direttamente a casa, d’ora in avanti dovranno essere ritirati direttamente nella farmacia di via Monte Grappa. «È una politica di risparmio che cerchiamo di adottare nelle città dove ci sono già degli ospedali – spiegano dall’Asl – e Sassari è una di queste. In questo una parte del personale “mobile” che si occupava di portare i presidi a domicilio, potrà essere impiegato in altre mansioni».

Il problema è tutto nei punti di vista: per l’Asl si tratta di un piccolo sacrificio, per chi invece si occupa di gestire delle invalidità permanenti, l’incombenza settimanale di dover ritirare personalmente i presidi è visto come un ulteriore, grosso disagio.

«Possibile che l’Asl debba risparmiare proprio sulla nosra pelle? – si lamenta una signora che accudisce la madre malata e non più autosufficiente – mi chiedo se questa manciata di euro che l’Asl riuscirà a mettere da parte serviranno davvero a risolvere i problemi di bilancio. Di certo a me e alle altre persone che si prendono cura ogni giorno di un parente allettato, quel servizio disimpegnava molto».

Funzionava così: il medico di base indicava il fabbisogno per una o due settimane di siringhe, garze, creme, disinfettanti, guanti, cerotti e via dicendo. Dopodiché faceva il fax alla farmacia di via Monte Grappa e dopo 3 o quattro giorni tutto il materiale veniva puntualmente consegnato a domicilio.

Ma a parte la sospensione di questo servizio, i malati e i parenti che usufruiscono dell’Adi lamentano il difetto di comunicazione: «A noi non è stato comunicato niente – continua la figlia della paziente – e infatti aspettavamo tutto a casa. Dopo quasi una settimana di ritardo mi sono preoccupata e ho contattato l’Asl. E qui ho scoperto che avrei anche potuto aspettare un anno, ma non avrei più ricevuto alcunché perché l’Asl aveva deciso di risparmiare. Io credo che il modo per tagliare veramenti i costi ci siano , e gli sprechi non sono sicuramente questi». (lu.so.)

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