La Nuova Sardegna

Sassari

Nel carcere di Bancali ora c’è l’aula bunker

di Nadia Cossu
Nel carcere di Bancali ora c’è l’aula bunker

La struttura realizzata a tempo di record e a costi bassissimi ospiterà il processo ai presunti jihadisti

20 febbraio 2016
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SASSARI. Gli arredi della vecchia sede della corte d’appello di via Padre Zirano tirati a lucido, la gabbia riadattata dal fabbro sassarese che la realizzò anni fa, impianti di registrazione e di amplificazione che il Ministero è riuscito a recuperare dal tribunale di Tempio. Lavori rapidi e scrupolosi, sinergia costante tra enti e istituzioni e – inevitabilmente – il risultato finale è stato eccellente.

«L’aula bunker nel carcere di Bancali è pronta», lo dice con orgoglio il presidente del tribunale di Sassari, Pietro Fanile, che si è impegnato in prima persona perché questa struttura venisse realizzata nel più breve tempo possibile. Ma, proprio lui, puntualizza subito: «È merito del grande lavoro di squadra che ha coinvolto il Dap, il Dog (rispettivamente dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dell’organizzazione giudiziaria ndc), la direzione del carcere, il Comune e il personale della casa circondariale». Un gruppo di lavoro che non si è mai risparmiato e che, in poco tempo, ha fatto sì che l’aula fosse attrezzata. Pronta per ospitare la prossima udienza del processo contro la presunta cellula olbiese di Al Qaeda. «Dopo diverse riunioni con il comitato provinciale per l’orddine e la sicurezza – spiega il presidente Fanile – si è trovata una soluzione che evitasse il blocco del centro cittadino e di tutte le attività del tribunale. Quella, appunto, di trasformare la sala convegni del carcere di Bancali in aula bunker per un processo tanto delicato. Decisione che consente di eliminare il disagio per i cittadini e anche di ridurre i costi, se si pensa all’impiego notevole di forze dell’ordine».

Il vicario regionale del Dap ha dato piena disponibilità ed è stato quindi individuato lo spazio. «Una volta reperita l’aula – aggiunge Pietro Fanile – c’era la necessità di ricavare la camera di consiglio e i servizi igienici e anche questo è stato realizzato. Restava la gabbia per i detenuti, gli arredi e gli impianti di amplificazione e registrazione. Il banco della corte, le sedie, tutto a costo zero: li abbiamo recuperati dalla vecchia sede della corte d’appello. Anche la gabbia che però era troppo alta, abbiamo chiamato un fabbro, lo stesso che l’aveva realizzata a suo tempo, ed è stata riadattata. Poi gli impianti della stenotipia, apparecchi particolari che grazie al ministero della Giustizia siamo riusciti a recuperare da Tempio». Il presidente ha avuto parole di elogio anche per gli agenti di polizia penitenziaria «che hanno fatto propria questa iniziativa lavorando moltissimo. Così anche il Comune e gli operai che hanno pensato al trasloco degli arredi». L’aula bunker potrà essere utilizzata anche dal tribunale di sorveglianza e in questo si eviterà il trasferimento dei detenuti in città.

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