La Nuova Sardegna

Sassari

Sette sindaci riuniti ma in municipio c’è il blitz dei chimici

di Gavino Masia

I lavoratori del Petrolchimico contro la vendita di Versalis I primi cittadini chiedono alla Regione il tavolo permanente

20 febbraio 2016
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SASSARI. I lavoratori chimici di Cgil, Cisl e Uil sono partiti ieri mattina dai cancelli del petrolchimico – supportati da colleghi metalmeccanici, edili e del settore commercio (Sigma) - gridando a squarciagola la parola “lavoro” nel lungo percorso a piedi che si è concluso davanti al palazzo comunale di piazza Umberto I.

Nella sala consiliare era in corso l’incontro tra i sette sindaci dei Comuni dell’area vasta, per le valutazioni sulla legge di riordino degli enti locali e l’avvio delle procedure di costituzione della Rete metropolitana, ma sindacati e operai sono entrati nell’aula fischiando per far capire ai politici che nella piazza sottostante si stava svolgendo una vertenza vitale per l’industria e gli stessi lavoratori. Tutti insieme, insomma, per protestare contro l’annunciata vendita di Versalis al fondo di investimento americano Sk Capital. «Qui c’è il mondo del lavoro a protestare contro la decisione politica di una multinazionale – ha esordito il segretario Uiltec-Uil Giovanni Tavera -, di cui il 30 per cento è in mano al Governo, che ha deciso di cedere il 70 per cento di quote di Versalis: si vuole cancellare un settore strategico per la nazione e si vuole mandare a casa, nel giro di qualche anno, circa 40 mila lavoratori. Qualcuno, con grande faccia tosta, ha cercato di cancellare i 230 milioni di investimento con una firma, e la Regione che dovrebbe stare accanto a noi è invece assente sia col presidente Pigliaru sia con il suo vice».

Parole che hanno ascoltato i sindaci scesi sul patio del Comune, in religioso silenzio, e il primo ad intervenire facendo gli onori di casa è stato Sean Wheeler: «La nostra intenzione è quella di muoverci su più livelli: ascoltare le vostre richieste e assecondarle, mentre l’altro impegno è quello di individuare e intercettare altre forme di finanziamento per il lavoro». Poco distante dal collega portotorrese c’era il sindaco di Sassari Nicola Sanna, che ha subito esternato il suo disappunto per il disimpegno a livello nazionale sullo sviluppo strategico di una chimica nuova. «Il Governo deve dire chiaramente cosa intende fare e, nel frattempo, mettere sul tavolo tutti i fondi a disposizione senza cercarli da altre parti. Nella vertenza, comunque, ci deve essere la presenza costante della Regione e più attenzione per quest’area del nord Sardegna».

La discussione è proseguita con l’intervento del segretario generale della Cisl di Sassari, Gavino Carta - che ha criticato il presidente Pigliaru per non aver ancora convocato, dopo un anno e mezzo, il tavolo per il monitoraggio del progetto chimica verde – e del segretario Filctem-Cigl Massimiliano Muretti che ha definito questo sciopero uno spartiacque tra quello che si è fatto e a quello che si dovrà fare. Allo sciopero era presente anche il consigliere regionale Luigi Lotto, presidente della commissione Attività produttive, che rimane convinto sul progetto industriale di grandissimo valore: «Sarebbe deleterio per il territorio non mantenere gli impegni presi, e su questa materia serve un impegno ancora maggiore da parte di presidente e giunta regionale per portare il Governo a prendere le decisioni giuste affinchè non venga dismesso questo importante patrimonio industriale». A fine mattinata, dopo lo sciopero, è spuntato il documento sottoscritto dai 7 sindaci dell’area vasta e indirizzato al presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru.

«I sindaci della Rete metropolitana - in accordo con Cgil, Cisl e Uil - chiedono l’urgente e necessaria convocazione di un tavolo permanente di Regione, Governo, Eni, sindacati ed enti locali del nord-ovest che eviti il totale disimpegno dell’Eni dalla chimica italiana».

I sindaci ritengono, inoltre, che l’investimento di Matrìca non può restare isolato rispetto alla filiera agro-industriale a monte e alla industrializzazione a valle di questo nuovo stabilimento: «Rivendichiamo investimenti privati e pubblici per progetti ecologicamente sostenibili, rispettosi della vocazione agricola, industriale, turistica e dai servizi della ricerca e produzione di eccellenza».

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