La Nuova Sardegna

Sassari

Caso Ente Foreste, denunciato perché segnalò gli assenteisti

di Luca Fiori
Caso Ente Foreste, denunciato perché segnalò gli assenteisti

Nel 2010 un dipendente si era lamentato dei colleghi. Denunciato per diffamazione, è stato assolto un anno fa

29 febbraio 2016
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SASSARI. Nel pentolone dell’Ente Foreste, scoperchiato dieci giorni fa dall’inchiesta della guardia di finanza sull’assenteismo, il veleno ribolliva in già da qualche anno. Scorreva a fiumi nei due piani della palazzina liberty che in via Roma ospita la sede dell’ufficio regionale, tanto che prima dell’inchiesta che ha portato alla sospensione di cinque impiegati, la magistratura era già stata chiamata a occuparsi della presunta facilità e sfrontatezza con cui alcuni dipendenti dell’ufficio abbandonavano il posto di lavoro per recarsi al bar.

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Era stato un dipendente, nel mese di agosto del 2010, a raccontare al direttore generale Gilberto Mura e a tutti i componenti del consiglio di amministrazione - attraverso una lettera in cui aveva circostanziato le accuse - che all’Ente Foreste chi avrebbe dovuto controllare chi timbrava il cartellino e poi usciva dall’ufficio «copriva, oltre le proprie, anche tutte le loro magagne». Il dito era stato puntato contro il responsabile amministrativo e del personale, che per tutta risposta, dopo un procedimento disciplinare conclusosi favorevolmente, aveva querelato il dipendente con l’accusa di diffamazione. Il processo si è concluso a luglio dello scorso anno e il giudice Anna Giuseppina Pintore ha assolto il dipendente dall’accusa di diffamazione, perché il fatto non costituisce reato. Nella sentenza il giudice scrive che «nella contestazione mossa al direttore il dipendente ha riportato fatti oggettivamente “veri”, seppure probabilmente errando in buona fede per mancanza di conoscenza di alcuni elementi nella valutazione di talune circostanze».

L’ipotesi che all’interno dell’Ente Foreste ci fossero alcuni impiegati che si allontanavano durante l’orario di lavoro era stata confermata durante il processo dai dipendenti chiamati nella veste di testimoni. In aula, davanti al giudice, era stato descritto un ambiente di lavoro in cui in tanti non rispettavano le regole dell’ufficio. Solo nel 2014 il direttore pro tempore Giulino Patteri aveva cercato di mettere ordine a una situazione che era diventata incontrollabile. Subissato dalle lamentele di una parte dei 46 dipendenti, che denunciavano le continue assenze di alcuni colleghi, il direttore aveva prima provato con l'emanazione di alcune circolari per richiamare i “furbetti del cartellino” all’ordine, poi si era rassegnato e aveva presentato un esposto in Procura. Il 14 novembre del 2014, poco dopo la segnalazione, due telecamere piazzate all'interno dell'ex carcere di San Sebastiano avevano iniziato a filmare tutti i movimenti in entrata e in uscita dell'ingresso della sede dell’ente. Dieci giorni fa i la guardia di finanza hanno notificato a cinque dei sette indagati l’ordinanza del giudice delle indagini preliminari Antonello Spanu che ha portato alla sospensione dal posto di lavoro.

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