La Nuova Sardegna

ITTIRI. La delegazione di Sassari Silki, dell'Accademia Italiana della Cucina, che si è di recente costituita per diffondere la cucina tradizionale locale, ha tenuto a Ittiri, sabato 19 marzo, nel ristorante "Al Corso", di Tore Malduca, la Conviviale di Pasqua 2016.

Dopo i saluti del Delegato Proto Pippia, l'accademico Antonio Vodret ha commemorato la figura di Giacomo Tachis, il grande enologo recentemente scomparso. Il relatore ha ricordato il ruolo che Tachis ha svolto nell'isola nella "creazione" di alcuni dei principali vini del made in Sardegna.

Sono stati quindi illustrati, come è nello spirito della neonata associazione, alcuni dei più importanti piatti tradizionali di Ittiri. Piatti, è stato sottolineato, che sono tipici del contesto socio-economico del territorio, nati a chilometro zero, con l'utilizzo di materie prime derivanti dall'agricoltura e dalla pastorizia, le due principali attività produttive di Ittiri.

In questo contesto sono stati collocati i piatti classici, alcuni dei quali rischiano di sparire con una grave perdita culturale, a causa della soluzione di continuità tra generazioni. Si assiste, infatti, con sempre maggior frequenza al corto circuito della tradizione causato dalla globalizzazione alimentare in seguito alla quale molti piatti rischiano di sparire, non solo dalle tavole, ma anche dalla memoria.

Destino che, fino a qualche anno addietro, ha rischiato di subire uno dei formaggi più apprezzati a Ittiri, "Sa Fresa" che viene prodotto anche in altri a Villanova Monteleone e Uri e che grazie alla lungimiranza di un allevatore è ricomparso sulle tavole di Ittiri e non solo.

L'Accademia, ha ricordato Proto Pippia, nasce proprio con lo scopo primario di arrestare questo processo, promuovendo e favorendo iniziative che valorizzino l'identità alimentare nei diversi territori. L'attività della Delegazione Sassari Silki si estende dal centro storico di Sassari ad altri Comuni del territorio tra i quali, appunto, Ittiri che rappresenta un centro di particolare interesse sotto il profilo della tradizione gastronomica.

Nel menù non poteva mancare ovviamente un piatto classico ittirese: e cioè gli gnocchetti caserecci con ghisadu che, assieme ai ravioli con ricotta e al capretto arrosto hanno preceduto i dolci assortiti con sua eccellenza "su pirichittu" e al pane di produzione locale, hanno predisposto il palato per il vermentino e il cagnulari. Vini anche questi che hanno i profumi e sapori indimenticabili per i buongustai.

Vincenzo Masia