La Nuova Sardegna

Sassari

Campus a Piandanna, il Tar dà ragione all’Ersu

Campus a Piandanna, il Tar dà ragione all’Ersu

Bocciato il ricorso dei proprietari dei terreni primi in graduatoria, poi annullata «L’assegnazione era provvisoria, non passare alla definitiva a volte è fisiologico»

22 aprile 2016
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SASSARI. Ricorso inammissibile per mancanza di interesse e per difetto di giurisdizione. È una sentenza fotocopia di quella che, poco più di un mese fa, aveva respinto il ricorso della società Zanfarino srl contro l’Ersu, presentato nel 2013, dopo che la società amministrata dall’ex presidente provinciale di Confindustria, Stefano Poddighe, era stata esclusa dal bando per la ricerca di un’area su cui costruire il nuovo campus universitario. Con la differenza che a capitolare di fronte al tribunale amministrativo regionale questa volta sono gli eredi Satta-Branca e la famiglia Segni, proprietari sette ettari di terreni tra il Polo bionaturalistico di Piandanna e la sede dell’Agenzia delle entrate, unitisi per partecipare alla procedura indetta dall’Ersu, questa volta nel 2014, per l'acquisto di un'area dove avrebbe dovuto essere realizzato un campus universitario.

Una procedura vinta dai ricorrenti che, dopo avere atteso per otto mesi la ratifica della graduatoria provvisoria che li vedeva vincitori, alla fine si sono rivolti al Tar chiedendo l’annullamento della determina dirigenziale con cui il 21 maggio 2015 il direttore generale dell’Ersu, Maria Assunta Serra, aveva deciso di non aggiudicare il bando per la ricerca dell’area-campus, cancellando di fatto il progetto da 40 milioni di euro per costruire una struttura universitaria con 500 posti letto e tutti i servizi per gli studenti e spostandola sulla proposta alternativa del sindaco Sanna: utilizzare il medesimo finanziamento per realizzare tre case dello studente piuttosto che il campus universitario che dovrebbero sorgere una nella caserma La Marmora in piazza Castello (attuale sede del Comando Brigata Sassari), una nell’ex brefotrofio di via delle Croci, di fronte alla chiesa di San Pietro, struttura ora di proprietà dell’Università, e l’ultima a Piandanna, in un terreno di proprietà dell’Università, proprio di fronte all’orto botanico, all’imbocco della quattro corsie che conduce alla strada provinciale per Ittiri.

Il Tar ha però respinto la domanda di annullamento degli atti relativi alla scelta dell’area su cui realizzare il campus universitario, perché, spiegano i magistrati replicando letteralmente la sentenza Poddigeh, da ciò i ricorrenti non trarrebbero alcun vantaggio: «Vedere annullati gli atti di una procedura esplorativa che, in quanto finalizzata alla ricerca di un’area da acquistare, non poteva portare ad alcuna aggiudicazione in capo alla medesima». Inammissibile anche la richiesta di risarcimento danni: «I ricorrenti potranno semmai dolersi di essere stati trascinati in inutili trattative precontrattuali – spiega il giudice –. Questione che peraltro, dovrebbe essere eventualmente conosciuta dal giudice ordinario».

Interessante il finale della sentenza, nella quale in giudice sottolinea come «la possibilità che ad un'aggiudicazione provvisoria non segua quella definitiva è un evento del tutto fisiologico e plausibile. Infatti, il passaggio dall'aggiudicazione provvisoria a quella definitiva e, quindi, alla sottoscrizione del contratto, non costituisce un obbligo della Stazione appaltante, né un diritto dell'aggiudicatario provvisorio».

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