La Nuova Sardegna

Sassari

Morto per la droga, la storia di Emanuele commuove gli studenti

di Antonio Meloni
Gian Pietro Ghidini
Gian Pietro Ghidini

Centinaia di giovani delle scuole sugli spalti del palazzetto di Sassari. Il padre del sedicenne ai giovani: parlate con i vostri genitori

22 aprile 2016
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SASSARI. Il coraggio di dire no è la scelta della vita, la forza di non cedere al candore dell'inganno di una falsa promessa. È la fierezza di chi, a muso duro, ha saputo opporre il rifiuto, perché quando si è ragazzi basta davvero poco per perdersi dietro i miti bugiardi del piacere effimero.

Chi crede che i giovani dell’era digitale abbiano perso la sensibilità per cogliere il significato delle storie vere avrebbe dovuto essere ieri al Palazzetto dello sport per apprezzare il religioso silenzio con cui centinaia di studenti, di medie e superiori, hanno ascoltato il racconto del dramma di Gian Pietro Ghidini, papà di Emanuele, un ragazzo di 16 anni che tre anni fa, dopo una serata di sballo, ha deciso di concludere la sua vita nelle gelide acque di un fiume a pochi passi da casa.

La vicenda di Emanuele, che Gian Pietro ha trasformato in un vessillo, è stata trasferita sulle pagine di un libro “Lasciami volare”, ma è diventata anche un progetto che Ghidini, dopo la morte del figlio, ha cominciato a portare in giro per l'Italia non solo per raccontare il suo dramma a studenti, insegnanti e genitori, ma soprattutto per lanciare un messaggio: «Abbiate il coraggio di dire no perché quel rifiuto è la scelta della vita, quella vera, fatta di energia buona e di amore».

Lo dice senza retorica a un palazzetto gremito mentre racconta la storia del suo Emanuele che una fredda notte d'autunno, dopo una serata trascorsa con ragazzi più grandi, in preda a quell'angoscia cosmica indotta da sostanze che qualcuno gli ha offerto, decide di suicidarsi gettandosi nelle acque di un fiume del bresciano. Il padre e la madre, svegliati da una telefonata nel cuore della notte, apprendono della morte del ragazzo e le circostanze del ritrovamento si arricchiscono di un particolare agghiacciante. Emanuele ha deciso di farla finita gettandosi nello stesso punto in cui, dieci anni prima, quando aveva sei anni, aveva liberato, in compagnia del padre, un pesciolino rosso che pochi istanti dopo era diventato il boccone di un'anatra. Il dramma del padre, annientato dal dolore e dai sensi di colpa, viene così trasformato in energia buona e quel pesciolino rosso diventa il nome della fondazione tramite la quale Gian Pietro Ghidini, oggi, incontra i ragazzi di tutta Italia.

Il racconto è inframmezzato da immagini che scorrono sul cubo a quattro schermi montato sul soffitto del Palaserradimigni e quando Gian Pietro fa partire il videoclip di “Faded” (Alan Walker) la commozione dei ragazzi è palpabile. Sulle note di chiusura scroscia l'applauso degli studenti e al termine della mattinata fioccano le domande: i ragazzi vogliono sapere cosa ha provato in quei momenti, qual è il ricordo più bello, se ha sensi di colpa, ma le attestazioni di stima e di affetto superano ogni curiosità.

Le reazioni a caldo all'uscita dal Palazzetto la dicono lunga sull'impatto emotivo di quel dramma: Giuliano (Ragionieri) è convinto che storie come questa possano fare del bene: «Purtroppo si capisce che certi errori non si fanno solo quando qualcuno muore - dice - l'ideale sarebbe arrivarci prima, senza che nessuno soffra o si faccia male». Gli fa eco Sonia, sua compagna di scuola: «Seguire la greffa non sempre è la cosa migliore, bisogna usare la testa». «Ascoltando il racconto di Ghidini - continua Daniele (Ragionieri) - ho pensato al dolore di un genitore in una situazione così drammatica». Anna (Scientifico Spano) dice che quella di Gianpietro Ghidini «è una testimonianza concreta, una storia forte che aiuta a riflettere su ciò che si deve evitare» e Federico (Commerciali), tirando le fila del ragionamento dei suoi compagni rimarca: «Non dobbiamo farci condizionare, meglio avere un carattere proprio e rischiare di essere antipatici che diventare un'ombra». L'evento è stato promosso e organizzato dalla cooperativa Robinson in collaborazione con la Fondazione “Pesciolino rosso” e con il Comune.

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