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Sassari

Sassari: rete metropolitana, strappo del M5S

Giovanni Bua
Sassari: rete metropolitana, strappo del M5S

A Porto Torres si terrà il vertice dei grillini, pronti a emendare lo statuto. Il sindaco Nicola Sanna: "Così salta tutto per aria"

08 maggio 2016
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SASSARI. Una riunione plenaria del M5S di Porto Torres, Alghero e Sassari, in programma domani. Dove decidere cosa fare nella seduta del consiglio comunale portotorrese, da mettere in calendario tra il 13 e il 16 con un unico punto all’ordine del giorno: lo statuto della Rete metropolitana.

Le strategie. Due le strategie a confronto: la prima, che il Movimento ha già anticipato presentando emendamenti fotocopia sia nel consiglio comunale di Sassari che in quello di Alghero, è di approvare lo statuto emendato, con la nuova distribuzione del peso ponderato di ogni Comune, con pesante limatura di Sassari, aggiustamento al ribasso di Alghero, e Porto Torres che passerebbe dall’12 al 18,5 per cento. La seconda è quella che ha provato a tracciare lo scorso venerdì la commissione Statuto e Regolamento del Comune di Porto Torres, nella quale tutti i capigruppo hanno deciso di portare lo statuto in consiglio, non approvarlo nè emendarlo, e predisporre un documento nella quale si chiede genericamente di intervenire sui criteri di rappresentanza, non limitandosi a usare come ratio solo la popolazione ma anche le infrastrutture messe a disposizione della Rete.

Falchi e colombe. Falchi e colombe a confronto, con un esito che però qualunque sia, pur con tempi e modalità diverse, porterà alla rottura con l’assemblea dei primi cittadini e alla fine della Rete Metropolitana. Ad esserne convinto il sindaco di Sassari Nicola Sanna: «Chiariamo – spiega – che noi siamo aperti ad aggiustamenti dei criteri di rappresentatività, che comunque andranno costantemente rivisti visto che ci auguriamo nuovi ingressi anche a breve nella Rete. Detto questo non è facile trovare questi nuovi criteri, soprattutto senza discuterli insieme».

Il sindaco. «Mi sembra difficile appellarsi alle infrastrutture, che comunque sono di tutto il territorio e non di una singola città. Porto Torres ha il porto? Sassari ha il tribunale, l’università, e potrei andare avanti a lungo. Non si vuole prendere solo la popolazione? Potremmo allora chiedere di considerare anche l’ampiezza del territorio comunale. Parlare di Sassari prenditutto appare poco generoso oltre che privo di senso in un sistema di rete. È infatti evidente che Sassari cede importanti parti della sua sovranità condividendo la discussione su rifiuti, o trasporti pubblici ad esempio, ma lo fa di buon grado, con i criteri scelti e limati con cura. Se si vogliono cambiare si riapra pure la discussione, ma a bocce ferme e statuto approvato».

Saltare in aria. «Emendare lo statuto a Porto Torres, o anche non approvarlo e rimandarlo all’assemblea dei sindaci per riaprire una discussione dall’esito incerto vorrebbe dire – spiega Sanna – far saltare per aria la Rete. Ci sono bandi importanti, già a giugno, a cui possiamo partecipare. Stare fermi ora sarebbe un errore drammatico. E avrebbe un significato politico devastante, sia per noi che per gli stessi M5S, che pensano di fare una prova di forza ma invece finirebbero per apparire incredibilmente deboli».

Delegittimati. Secondo Sanna infatti a finire in pezzi, oltre alla coesione tra sindaci, sarebbe «La rappresentatività del primo cittadino di Porto Torres. Che, con grande impegno, ha partecipato alla discussione, ha portato i suoi argomenti. Ha ottenuto delle variazioni importanti. Ognuno di noi aveva un testo da portare nelle proprie maggioranze, con un limite per eventuali osservazioni. A un certo punto abbiamo dato il via libera, impegnandoci e impegnando la nostra maggioranza. Mi chiedo ora che rappresentatività possa avere il sindaco di Porto Torres se verrà smentito da chi dovrebbe rappresentare».

Il movimento. «Per noi il problema no si pone nemmeno – spiega il capogruppo del M5S nel consiglio comunale di Sassari Maurilio Murru –. Un sindaco M5S non è che portavoce del consiglio. Altri forse sono abituati a usare l’aula per vidimare scelte prese altrove. Da noi funziona diversamente. Si è voluto correre, sbagliando. E io stesso ho informato il consiglio comunale di Sassari che era inutile votare, che a Porto Torres lo statuto sarebbe cambiato. Non ci hanno preso sul serio, e hanno sbagliato. Non è vero che c’è fretta, come non è vero che fare ripassare una modifica in tutti i consigli sarebbe complesso. Stiamo decidendo la nostra architettura istituzionale per i prossimi anni, con una legge pasticciata e piena di punti bui. È il caso di prenderci tutto il tempo necessario. Abbiamo la possibilità di costringere gli altri a riflettere. E, per il bene di tutti, lo faremo».

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