La Nuova Sardegna

Sassari

L’antico pellegrinaggio in onore dei tre martiri

di Gavino Masia
L’antico pellegrinaggio in onore dei tre martiri

Oggi in programma l’arrivo dei fedeli dopo il percorso notturno da Sassari Alle 18 la processione solenne, domani messa celebrata dal vescovo Atzei

15 maggio 2016
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PORTO TORRES. Dopo l’arrivo dei pellegrini lungo il suggestivo percorso notturno da Sassari alla Basilica di San Gavino - accolti e rifocillati dai volontari delle associazioni - oggi alle 18 si muoverà la processione solenne dei fedeli per riaccompagnare i simulacri dei Martiri Gavino, Proto e Gianuario all’interno della chiesa romanica. Un padre Gesuita, Francisco Rocca, già in un suo scritto del 1620 parla del significato e del motivo del pellegrinaggio alla Basilica: il cammino notturno in passato seguiva l’ultimo tratto dell’antica strada romana a Karalibus Turrem, l’arteria che collegava Turris Libisonis con Karales (oggi Cagliari), mentre dai tempi moderni il percorso si snoda lungo l’ex 131 e tra le campagne. Oggi alle 17,30 primo appuntamento con la tradizione davanti agli ipogei della chiesetta di Balai Vicino dove si racconterà una parte del Condaghe di San Gavino - a cura dell’associazione Giudicato di Torres -, ovvero il momento della “prima inventio” narrato tra storia e leggenda. Una rappresentazione antica abbandonata negli anni e recuperata per volontà delle associazioni e della comunità parrocchiale, che fa da prologo alla messa che celebrerà don Mario Tanca e gli altri sacerdoti sull’altare posizionato nel boschetto di Balai. Anche l’origine della processione di Pentecoste è molto antica e va ricercata nella tradizione: durante la costruzione della Basilica Cattedrale di Torres (XI Secolo) si racconta infatti che siano stati trovati da re Comita, nelle tombe di Balai Vicino, i corpi dei tre Protomartiri Turritani. Domani lunedì 16 maggio alle 10,30 è invece in programma la solenne concelebrazione, presieduta dall’arcivescovo padre Paolo Atzei, dove avverrà la riconsegna delle chiavi della Basilica al parroco, davanti al sindaco di Sassari Nicola Sanna, al sindaco di Porto Torres Sean Wheeler e al vescovo dell’arcidiocesi di Sassari. Il passaggio delle chiavi fra la municipalità sassarese, che in passato aveva la cura dell’intero complesso religioso, e il parroco di San Gavino è un rito che risale a diversi secoli fa, quando la consegna delle chiavi all’autorità cittadina e l’immediata riconsegna al parroco era segno del riconoscimento della buona conservazione e della cura del complesso monumentale di Monte Agellu. Alla fine della funzione religiosa seguirà la processione che attraverserà tutto il corso Vittorio Emanuele e si fermerà vicino alla torre Aragonese per la benedizione eucaristica al porto. Si tratta degli ultimi rituali religiosi di una Festha Manna che sta cercando di recuperare antiche tradizioni. Tra queste pure li “bizzoni di caxiu” confenzionati sino agli anni ’60 da zia Giuannica Nocco nell’antico quartiere di Santu Bainzu, tradizione che continua tutt’oggi grazie al nipote Nando Nocco e al gruppo Intragnas. Lunedì alle 17 il convegno “Indagini antropologiche e biomolecolari sui resti scheletrici conservati nell’urna del colonnato della Basilica di San Gavino a Porto Torres: primi risultati della ricerca a cura del Centro studi antropologici, Paleopatologici, Dipartimento di scienze biomediche di Sassari.

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