La Nuova Sardegna

Sassari

Raffineria, il Riesame “libera” i serbatoi

Raffineria, il Riesame “libera” i serbatoi

I giudici hanno annullato il provvedimento di sequestro eseguito dalle Dogane. La Cgil: «Ora è chiaro»

17 giugno 2016
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SASSARI. Nuovo punto a favore della Raffineria di Porto Torres nella incredibile vicenda dei serbatoi messi sotto sequestro dall’Agenzia delle Dogane. Una situazione che si trascina ormai da mesi.

Il Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro preventino (disposto dal gip del tribunale di Sassari su iniziativa dell’Agenzia delle Dogane che aveva agito con carattere d’urgenza) e ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Agostinangelo Marras (difensore di fiducia della società). L’ordinanza di sequestro, quindi, è stata annullata e il Tribunale del Riesame - presieduto da Salvatore Marinaro - ha disposto «la restituzione di quanto in sequestro agli aventi diritto». Sulla vertenza è intervenuto ieri il segretario generale della Filctem-Cgil Massimiliano Muretti che fin dal principio ha seguito tutte le iniziative a sostegno dei lavoratori che erano stati costretti - con lo stabilimento bloccato - a sospendere la propria attività.

«Adesso dovrebbe essere chiaro – afferma Muretti – : la sospensione delle attività della Raffineria di Porto Torres, avvenuta a seguito del sigillo e sequestro di serbatoi da parte della Agenzie delle Dogane è stata "sproporzionata", volendo utilizzare il termine riportato nell’ordinanza del Tar. E comunque nulla, visto quanto disposto dal Tribunale del Riesame di Sassari».

Il segretario generale della Filctem ha ricostruito il percorso della vertenza. Dopo la sentenza del Tar dello scorso 11 maggio - che disponeva il dissequestro dei serbatoi in quanto “il provvedimento di blocco dell’attività svolta, non sembra trovare fondamento sulla vigente normativa tributaria” -, il 17 maggio, l'Agenzia ha effettuato un nuovo sequestro cautelare, confermato dal gip il 23 maggio. Il 30 maggio l'azienda ha presentato ricorso al Riesame. Ora il Riesame ha annullato il sequestro e disposto la restituzione alla società ricorrente.

«Adesso dovrebbe essere chiaro, si è trattato di un atto sproporzionato che ha determinato la perdita di posti di lavoro – sottolinea Massimiliano Muretti – ; dovrebbe essere chiaro che l'eventuale mancato pagamento di accise, valutato inferiore ai 10mila euro, non può inibire totalmente una attività. Sono convinto che lo Stato, le istituzioni, debbano fare fino in fondo il loro lavoro, sono convinto che lo debbano fare nell'interesse della collettività, chi sbaglia deve pagare. E questo vale per tutti. Due tribunali, due diversi consigli, sei diversi presidenti, giudici e consiglieri hanno annullato, due i provvedimenti disposti dalla Agenzia delle Dogane. Adesso dovrebbe essere chiaro, bisogna riavviare le attività e riprendere a lavorare». (g.b.)

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