La Nuova Sardegna

Sassari

Suolo pubblico e chioschi: un nuovo regolamento

di Gavino Masia
Suolo pubblico e chioschi: un nuovo regolamento

Approvato a maggioranza dal Consiglio: più concessioni ma strutture di qualità L’obiettivo è un maggior ordine e decoro in città. Un anno per mettersi in regola

26 giugno 2016
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PORTO TORRES. Il Comune ha una nuova disciplina per l'occupazione del suolo pubblico e per le installazioni delle strutture amovibili. Il Consiglio comunale ha infatti approvato a maggioranza il nuovo regolamento che va a sostituire il precedente (datato 2009), e in cui si prevede l'ampliamento della tipologia di attività a cui potranno essere rilasciate le concessioni e la realizzazione di strutture amovibili di qualità.

Tra le novità previste la concessione del suolo alle attività artigianali alimentari (pizzerie da asporto, gelaterie), per le quali continua a non essere ammessa la somministrazione assistita, e all’area prospiciente l’attività commerciale in mancanza di spazi adiacenti, a condizione che non ci siano problemi di viabilità o di pubblico interesse. Potranno essere affidati in concessione anche gli spazi verdi in prossimità dei parchi, a condizione che il titolare abbia cura e provveda al mantenimento degli stessi.

Il dibattito si è invece animato, sia in commissione che in consiglio, sulla normativa transitoria che riguarda l’adeguamento delle strutture amovibili esistenti e sulla tempistica entro la quale dovranno uniformarsi i nuovi prototipi di chioschi previsti nel nuovo Regolamento. «Le strutture dovranno essere innovative e progettate secondo criteri qualitativi – ha detto il presidente della commissione Attività produttive, Samuela Falchi –, per dare un senso di ordine e decoro alla città, visto che da tanti anni diverse attività commerciali occupano spazi pubblici con installazioni non integrate nell'ambito urbano, spesso così ampie da non favorire il transito pedonale, anche dei disabili». Il nuovo Regolamento prevede, invece, che la superficie massima non debba superare il doppio della superficie del locale e, in ogni caso, non può essere più ampia di cinquanta metri quadri.

L’argomento delle strutture amovibili è stato contestato dai consiglieri di opposizione, con una richiesta di ulteriore passaggio in commissione da parte di Costantino Ligas e Paola Conticelli, per capire bene le potenziali implicazioni della norma transitoria sui posti di lavoro e per sentire ulteriormente il parere dei commercianti. Non dello stesso parere la maggioranza pentastellata, che sottolineando gli incontri svolti con gli esercenti durante l’anno, ha difeso a spada tratta la nuova disciplina.

I titolari di concessione delle strutture aperte avranno dodici mesi di tempo per mettersi in regola, mentre tutte le altre senza data di scadenza dovranno essere adeguate entro ventiquattro mesi. Le attività che hanno concessioni con data di scadenza potranno chiedere il rinnovo solo sulla base del nuovo regolamento. «Ritengo che in un momento di grande crisi per le attività non si possano mettere in secondo piano gli incassi degli esercenti e il mantenimento delle busta paga dei lavoratori – ha detto Alessandro Carta, di Ap –: è inammissibile sbandierare i principi di cittadinanza attiva o l'introduzione del bilancio partecipato quando si prendono le decisioni e solo a giochi fatti si chiamano i gestori per dire ciò che si è già deciso».

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