Banda dei falsari, i tre arrestati escono dal carcere
Poddighe va ai domiciliari, per gli altri due obbligo di dimora Ieri l’interrogatorio davanti al gip. Si cercano altri complici
SASSARI. Sono comparsi ieri mattina davanti al gip di Sassari Rita Serra per l’interrogatorio di garanzia e hanno scelto di non rispondere alle domande del giudice. Qualcuno aveva già rilasciato dichiarazioni spontanee in precedenza. Nel pomeriggio è arrivata la decisione del gip: ai domiciliari Marcello Poddighe, 51 anni di Sassari, assistito dall’avvocato Antonella Spanu, mentre per il suo dipendente Mirko Ventriglia (39enne di Sorso) e per Nicola Mannu (36 anni, di Mores) – entrambi difesi dall’avvocato Stefano Mazzola – la Serra ha disposto l’obbligo di dimora nei rispettivi paesi di residenza.
L’inchiesta è quella condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Porcheddu che alcuni giorni fa ha fatto scattare le manette nei confronti dei tre accusati di vari reati: truffa, sostituzione di persona, falso e possesso di documenti di identificazione contraffatti.
Solo Poddighe quindi rimane agli arresti (anche se domiciliari) perché secondo gli investigatori ci sarebbe lui a capo dell’organizzazione dedita alla falsificazione di documenti con l’obiettivo di ottenere prestiti finanziari. L’uomo avrebbe trasformato la sede della sua azienda di Predda Niedda in una centrale per la riproduzione e la stampa di carte d’identità, buste paga e certificazioni di ogni tipo con lo scopo di truffare banche e finanziarie. Pare che per avere un prestito in banca o un finanziamento per l’acquisto di beni di lusso senza correre il rischio di vedersi bocciare la pratica bastasse rivolgersi proprio a queste persone. Pochi giorni di lavoro ed era tutto pronto.
Finché un direttore di banca ha intuito che qualcosa non andava e ha chiamato le forze dell’ordine. Nella filiale di Banca Intesa di via Carlo Felice sono arrivati i carabinieri del nucleo operativo e sono saltate fuori decine di documenti falsi. A quel punto per Poddighe e Ventriglia il gioco era finito: i due sono stati bloccati mentre cercavano di far ottenere un finanziamento a Mannu presentando alla banca una serie di documenti contraffatti. L’indagine non è chiusa e gli inquirenti sono convinti che dell’organizzazione facesse parte anche qualche altro complice.