La Nuova Sardegna

Sassari

Viaggio nel buio sulle strade dimenticate

di Gianni Bazzoni
Viaggio nel buio sulle strade dimenticate

Dalla rotonda per Alghero a Stintino, la provinciale ha 12 anni ma è già vecchia: buche e avvallamenti, niente segnaletica

10 luglio 2016
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SASSARI. La qualità dei servizi al turismo si misura anche dalla viabilità, dalla sicurezza delle strade e dalle condizioni favorevoli relative a tempi di percorrenza tra i luoghi di arrivo nel nord Sardegna (porti e aeroporti) e quelli dove si intendono trascorrere le vacanze.

Già vecchia. Le strade per il mare, purtroppo, da anni sono in condizioni infelici e non rappresentano certo un bel biglietto da visita. La provinciale per Stintino, inaugurata circa 12 anni fa, per esempio è già vecchia e pericolosa.

Il logorìo quotidiano - l’arteria sopporta un traffico misto con un carico di mezzi pesanti per la centrale termoelettrica di Fiume Santo e altri impianti - ha trasformato il manto stradale in una sorta di percorso di guerra. E dire che l’arteria ha un valore strategico per il territorio, perché è la strada che porta al mare e consente di raggiungere Fiume Santo e poi, proseguendo, Ezzi Mannu, Le Saline e Stintino.

Alla luce. Se si procede di giorno, il viaggio può essere definito sopportabile. Chi conosce la strada va avanti tranquillo, chi ci passa per la prima volta riesce ad attuare dei correttivi «a vista», nel senso che in presenza di buche e avvallamenti effettua manovre che per quanto pericolose e improvvise evitano altri guai. Negli ultimi giorni qualche mano pietosa ha sparso un po’ di bitume qua e là per coprire le buche più evidenti. Rattoppi di giornata che presto salteranno per lasciare spazio alle emergenze che non possono essere risolte con manutenzioni di fortuna. Servono lavori seri.

Al buio. Appena cala l’oscurità, chi si infila nella provinciale che comincia alla periferia di Porto Torres - tra la rotatoria dei Due Mari e la zona industriale - si prepari a un viaggio nel buio con elevato tasso di pericolosità. Buche e avvallamenti (talmente marcati da fare sollevare l’auto da terra, figuriamoci le moto), e tratti da brivido per chi non conosce neppure un metro della strada per il mare. I motociclisti (e anche i ciclisti che si avventurano per la provinciale carichi di entusiasmo e curiosità) sono quelli più penalizzati. Chi procede veloce ha già fatto i conti con cadute rovinose e incidenti che hanno lasciato brutti segni. Gli altri sono solo testimoni di un salto nel buio in una strada dove orientarsi è una impresa quasi impossibile: sui guardrail ai lati della strada non ci sono dispositivi rifragenti, così pure sui paletti (in larga parte abbattuti). Nelle curve pericolose mancano i pannelli con illuminazione alternata. Si va avanti così, tra una frenata e l’altra, un cinghiale scartato all’ultimo momento e residui di materiali che fanno pattinare sull’asfalto, fino a Pozzo San Nicola. La segnaletica è inesistente.

Ultimo tratto. Dopo le luci della centrale e delle pale eoliche a Fiume Santo, l’illuminazione di Pozzo San Nicola è un passaggio di speranza. Poi comincia un altro salto nel buio fino alla rotatoria per le Saline: qui torna un po’ di serenità con l’oasi stradale ben curata e illuminata. Fine del viaggio e più avanti, appena si scollina, c’è lo spettacolo della spiaggia della Pelosa. Da vedere di giorno e di notte.

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