La Nuova Sardegna

Sassari

Arrestato mentre intasca una tangente

Arrestato mentre intasca una tangente

Il Corpo Forestale incastra funzionario dell’Ufficio Tutela del Paesaggio. Denunciato dall’amministratore di una società

22 luglio 2016
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SASSARI. La busta era appena arrivata nelle sue mani e il personale del Corpo Forestale ne conosceva il contenuto: 2500 euro in banconote segnate. Impossibile, per Leonardo Andrea Casanova, negare di avere appena ricevuto quei soldi dall’amministratore di una società che si occupa di estrazioni minerarie nei territori di Ittiri e di Uri. Non solo perché l’uomo era ancora nella sua stanza, ma anche perché proprio lui lo aveva denunciato e gli aveva portato quel denaro per fornire la prova finale di una concussione.

Secondo le accuse che lo hanno portato in carcere, la somma sarebbe stata la prima tranche di una tangente che Casanova, 62 anni, sassarese, funzionario in servizio all’Ufficio Tutela del Paesaggio di Sassari-Olbia, avrebbe preteso per non mettere i bastoni tra le ruote a una concessione mineraria. Questa l’accusa mossa dalla Procura della Repubblica che mercoledì ha ordinato l’arresto del funzionario per il reato di concussione. Un arresto in flagranza di reato eseguito alle 16.30 di mercoledì dal personale del Nucleo investigativo regionale di Pg del Corpo Forestale della Regione. Agli uomini del commissario Ugo Calledda, al quale si era rivolto l’imprenditore, è bastato fare due rampe di scale per raggiungere l’ufficio di Casanova. Il Corpo Forestale e l’Ufficio di Tutela del paesaggio si trovano nello stesso stabile in viale Dante, scosso ieri dal terremoto della notizia di un arresto “in casa” per tangenti.

I 2500 euro dovevano essere la prima rata di una somma, non ancora quantificata, che Casanova avrebbe preteso dall’amministratore della Argilitti srl per non bloccare il nulla osta paesaggistico necessario per il rinnovo della concessione mineraria. La richiesta sarebbe stata fatta da Casanova che, per quella pratica, aveva il coltello dalla parte del manico. L’imprenditore ha fatto finta di accettare, invece non è neppure uscito dallo stabile della Regione e si è rivolto agli investigatori del Corpo Forestale. È scattata una inchiesta, coordinata dal procuratore capo Gianni Caria e dalla sostituta Cristina Carunchio. I movimenti del funzionario regionale sono stati controllati per giorni, l’uomo è stato pedinato, il suo telefono è stato intercettato, il suo ufficio è stato riempito di microfoni che hanno registrato tutte le conversazioni. Per chiudere il caso mancava la prova regina: la busta piena di soldi che passa di mano in mano a suggellare un patto disonorevole per chi riceve, di costrizione per chi paga. Mercoledì, giorno stabilito per la consegna del denaro, Leonardo Andrea Casanova ha ricevuto nel suo ufficio l’amministratore della Argilitti e ha preso la busta dalle sue mani, ma non ha fatto in tempo a contare il denaro. Per il personale del Nucleo investigativo del Corpo Forestale era l’atteso segnale di entrare in azione. Gli investigatori hanno preso in consegna le banconote, che erano state preventivamente fotografate, e hanno dichiarato in arresto il funzionario dell’Ufficio di Tutela del Paesaggio. Subito dopo sono stati perquisiti l’ufficio e l’appartamento dell’indagato.

L’uomo adesso è rinchiuso nel carcere di Bancali dove nelle prossime ore sarà interrogato dal gip Michele Contini. Il funzionario è difeso dall’avvocato Gianluca Giordo ed è con il suo legale che ha scambiato le prime parole dopo l’arresto. «È un equivoco – avrebbe detto – posso spiegare tutto».

«Casanova è conosciuto e stimato da tutti come una persona irreprensibile – spiega l’avvocato Giordo –. Ho avuto un breve colloquio con il mio assistito, e lui ha accennato a un equivoco. Fra lui e l’imprenditore che lo ha denunciato ci sarebbero stati dei riferimenti a una collaborazione esterna, vista la sua esperienza e professionalità nel settore, ma niente che avesse a che fare con la pratica in discussione nel suo ufficio». Ma l’amministratore della Argilli ha raccontato un’altra storia agli inquirenti. Una storia inequivocabile di tangenti.

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