La Nuova Sardegna

Sassari

Cattura dell’aragosta, tutti contrari alla proroga

di Pinuccio Saba
Cattura dell’aragosta, tutti contrari alla proroga

La marinerie di mezza Sardegna bocciano la proposta dei pescatori algheresi A settembre le femmine depongono le uova. «A rischio il futuro della specie»

20 agosto 2016
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SASSARI. Tutti contro la marineria di Alghero che ha chiesto alla Regione di prorogare di un mese (fino al 30 settembre) la stagione di pesca all’aragosta. E per una ragione molto semplice: «Nel mese di settembre l’aragosta, per deporre le uova, esce dagli anfratti marini nei quali si nasconde ed è più facile catturarla – spiega Salvatore Amoroso, presidente del Consorzio dei pescatori del Golfo dell’Asinara –. In questo modo, però, si mette a rischio il futuro stesso della pesca all’aragosta alla quale si impedisce di riprodursi».

Una tesi in parte contestata dalla marineria catalana guidata da Giovanni Delrio che ricorda che «le aragoste cominciano a deporre le uova già dal mese di agosto» mentre le richiesta del mercato si protrae a tutto il mese di settembre, quando le presenze turistiche sono ancora molto sostenute. In questo modo, aggiungono ad Alghero, si lascia campo aperto ai prodotti di importazione, soprattutto dal nord Africa, dove le norme comunitarie non hanno alcun valore. Marineria algherese che ha trovato un alleato nella sezione locale del Partito democratico che dice di apprezzare «la scelta di modificare il calendario della pesca dell’aragosta in Sardegna perché sia maggiormente in linea con quello delle altre regioni non solo italiane ma mediterranee, è giusta e ci auguriamo possa a breve trovare concretezza con un decreto regionale, anche se in via sperimentale».

In realtà l’assessore all’Agricoltura e pesca Elisabetta Falchi non ha ancora firmato il decreto che i soliti bene informati dicono arriverà a fine agosto. A sostegno della richiesta della marineria algherese c’è anche il pronunciamento del Comitato regionale della pesca che, nonostante il parere contrario del biologo e docente universitario Angelo Cao (componente del scientifico del Comitato), non si oppone alla proroga di un mese per la pesca all’aragosta. Dalle altre marinerie della Sardegna centro settentrionale è arrivata una bocciatura secca, alla richiesta algherese. Da Stintino a Castelsardo, a Santa Teresa, da Bosa a Siniscola, nessuno sembra condividere la posizione dei pescatori algheresi. E anzi, in una lettera inviata all’assessore Falchi, chiedono che il decreto non verga firmato. E chiedono di poter discutere il futuro della pesca all’aragosta nel corso di un incontro che peraltro era stato provvisariamente fissato per il mese di novembre. «A noi non interessa pescare asettembre – aggiunge Salvatore Amoroso – ma con l’assessore dovevamo discutere altri progetti che avrebbero divuto salvaguardare il patrimonio ittico e contemporaneamente consentirci di lavorare. Gli esempi? Basta guardare le norme adottate in Spagna e Francia per capire che si può pescare senza distruggere il patrimonio ittico della Sardegna. Che, è bene ricordarlo, è il mare più adatto alla riproduzione e alla crescita dell’aragosta. E all’assessore chiediamo anche che venga rivista la norma relativa alla taglia minima del carapace. Un’aragosta con carapace lungo 8 centimetri e mezzo è infatti adulta e si è già riprodotta. Oppure studiare misure economiche compensative, come già accade in alcune zone dell’isola, in altre regioni italiane, in altri stati europei».

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