La Nuova Sardegna

Sassari

“Ammentos de Ossi”, i nuovi abiti

“Ammentos de Ossi”, i nuovi abiti

L’associazione ha scoperto un patrimonio sconosciuto di tessuti e colori

12 settembre 2016
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OSSI. La solenne processione per la festa del patrono San Bartolomeo era stata l’occasione propizia per la presentazione di un nuovo gruppo “Ammentos de Ossi – Associazione Culturale Folkloristica Santu Bertulu”. In occasione della sfilata, “Ammentos de Ossi” ha schierato uomini, donne e bambini che indossavano non un’unica foggia di costume rappresentativa della tradizione, ma una molteplice varietà di abiti maschili e femminili testimoniata a Ossi almeno dalla fine dell’800 sino agli ultimi anni settanta.

«I cassetti delle nostre nonne – ha spiegato il presidente Antonio Mannu – custodiscono spesso tesori destinati a rimanere chiusi in mezzo alla naftalina. Si tratta di abiti antichi, dimenticati dai più, che non si vedono sfilare nelle piazze o esposti come cimeli perché considerati vecchi o anche solo diversi». Mostrando più attenzione alle testimonianze, osserva Mannu, «si può incappare in fotografie in bianco e nero, che rivelano una realtà ben particolareggiata e variopinta: donne che esibivano fogge diverse le une dalle altre, distinguendosi per appartenenza sociale, età, gusto personale e (perché no?) per l’abilità nel cucito e nel ricamo». Spinti dall’entusiasmo per la sorprendente scoperta i giovani della neonata associazione sono desiderosi di mostrare finalmente questa diversità e peculiarità: «La progressiva evoluzione cronologica dell’abito nella sua verità storica – sottolinea il presidente dell’associazione – comprovata da studi antropologici e da contatti con gli anziani e gli esperti del mestiere». In progetto numerose iniziative culturali finalizzate a suscitare tra i propri compaesani il giusto interesse e un filo di nostalgia per il patrimonio tradizionale del paese. I giovani di “Santu Bertulu” invitano quindi tutti gli appassionati a partecipare a queste iniziative per prenderne coscienza «ed essere in grado – conclude Mannu – di interpretare il racconto della nostra storia attraverso i colori del passato».

Pietro Simula

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