La Nuova Sardegna

Sassari

«Con gli Iti attenzione alle persone deboli»

«Con gli Iti attenzione alle persone deboli»

Il sindaco Sanna interviene sul caso dell’uomo deceduto in solitudine nella sua casa in centro

04 ottobre 2016
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SASSARI. «Ci rattrista la morte in solitudine di un nostro concittadino, avvenuta nei giorni scorsi nel cuore della nostra città. In un’epoca in cui i social network hanno il potere solo virtuale di avvicinare, di fare e stringere amicizia tra centinaia di persone spesso solo istantanea, ci sono ancora casi come questo. Un episodio che ci richiama a una giusta riflessione e a una maggiore attenzione». Il sindaco di Sassari commenta così la notizia, apparsa nei giorni scorsi del 64enne spirato in casa senza il conforto di nessuno in Largo Infermeria San Pietro, in pieno centro storico. «Da sempre - riprende Nicola Sanna - abbiamo sostenuto una rete fatta dai servizi sociali comunali, di associazioni di volontariato attivo in grado di mantenere vive le connessioni solidali. Di fronte a questi fatti, però, sembra che tutto quello che fai, anche nel modo in cui lo fai, sia sbagliato. In realtà abbiamo riflettuto e quindi messo in piedi nuove idee e nuovi programmi».

Il richiamo del primo cittadino è agli interventi territoriali integrati (Iti), programmati in questi primi due anni di mandato e finanziati nei mesi scorsi dalla Regione con 15 milioni di euro per il centro storico. Un programma vasto che mette in campo azioni mirate per il centro cittadino e i quartieri di San Donato e Sant’Apollinare. All’interno degli Iti viene prevista l’attivazione di un Punto di salute della comunità per il benessere dei soggetti fragili e il cui obiettivo è quello di intercettare i bisogni dei soggetti fragili, favorendo la presa in carico globale con azioni di prevenzione, educazione, promozione, monitoraggio e socializzazione. «L’obiettivo - spiega Sanna - è quello di ricercare e adottare strategie che trovino risposta a tutte quelle criticità sollevate dai residenti anziani o disabili del quartiere quali, a esempio, la difficoltà nel restare nel proprio domicilio, l’accesso ai servizi sociali, sociosanitari e sanitari, i rischi in termini di sicurezza connessi con la solitudine, i problemi collegati ad una scarsa mobilità che costituiscono una barriera alla socializzazione». Un recente accordo con la Asl prevede la creazione e formazione di un’equipe di professionalità in grado di operare all’interno dei Punti di salute: infermieri di comunità e portieri di comunità, che dovranno interagire tra loro con il compito di orientare, informare e conoscere i cittadini e i bisogni specifici socio-sanitari e attivare percorsi di presa in carico nella rete dei servizi. «I problemi sociali di una comunità come quella di Sassari – chiude Sanna – e in particolare quella del centro storico, non sono relegabili solo ai servizi comunali, ma sono un problema di tutta la comunità che occorre affrontare e, per quanto possibile risolvere».

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