La Nuova Sardegna

Sassari

il sindacato autonomo di polizia penitenziaria

L’Osapp: «Ridotti all’osso scenderemo in piazza»

L’Osapp: «Ridotti all’osso scenderemo in piazza»

SASSARI. L’organico è oramai ridotto all’osso, manca il personale, mancano i sottufficiali, si riesce a stento a coprire i posti di servizio e di conseguenza i turni di lavoro sono massacranti». È...

11 ottobre 2016
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SASSARI. L’organico è oramai ridotto all’osso, manca il personale, mancano i sottufficiali, si riesce a stento a coprire i posti di servizio e di conseguenza i turni di lavoro sono massacranti».

È una denuncia dura, frutto di una situazione che ha esasperato gli animi, quella dell’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria). «A Bancali la situazione è oramai divenuta insostenibile, sembra che il personale sia stato abbandonato dalle istituzioni» dice il segretario regionale Roberto Melis.

«Come organizzazione sindacale – spiega – da diverso tempo aspettiamo un incontro con la direzione del carcere ma al momento abbiamo ricevuto solo tante promesse e abbiamo visto pochi fatti. Ci era stato assicurato che sarebbe stato convocato entro settembre ma ad oggi nessun incontro è stato fissato o programmato e tanto meno ci è pervenuta alcuna convocazione».

Tanti i punti su cui l’Osapp chiede di potersi confrontare: «la carenza cronica del personale, l’accorpamento di diversi posti di servizio. A quanto pare imposti solo per il “piano ferie estivo”, ma in realtà il piano ferie è terminato il 15 settembre e nulla è cambiato. Tanto che ancora diversi poliziotti si trovano a dover coprire anche tre posti di servizio da soli».

Da qui la denuncia del mancato rispetto degli accordi «sottoscritti dalle parti nel tavolo sindacale. A questo – continua Roberto Melis – si aggiunge anche la cronica mancanza di personale impiegato nel Nucleo traduzioni e piantonamenti locale dove appunto gli appartenenti si trovano a dover affrontare viaggi sotto organico, su e giù per l’isola e non solo. I servizi di missione vengono pagati con tantissimo ritardo, i mezzi sono oramai datati, i chilometri percorsi sono tantissimi e tra poco non ci saranno nemmeno le risorse per la manutenzione ordinaria».

E poi c’è il problema dell’incolumità degli agenti: «Sono diversi e continui gli atti di aggressione da parte dei detenuti ai poliziotti, in una situazione di questo tipo gli agenti si sentono sempre più abbandonati al loro destino all’interno delle sezioni detentive».

L’unica strada possibile, per queste ragioni, sembra essere quella della mobilitazione: «Nessuno parla mai delle nostre condizioni di lavoro – conclude il segretario regionale – A breve, se non ci sarà un intervento da parte degli uffici competenti, saremo costretti a scendere in piazza per far conoscere a tutti il nostro malcontento e tutte le difficoltà che affrontiamo quotidianamente. Sopratutto, come sempre, all’Osapp preme la tutela e la sicurezza di tutto il personale di polizia penitenziaria che, pur tra mille difficoltà, svolge il proprio dovere con senso di appartenenza, responsabilità e abnegazione». (na.co.)

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