Fondò una congregazione di suore colte
L’istituto del Getsemani ha consorelle con incarichi importanti e sedi gemmate a Roma e in Umbria
23 ottobre 2016
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SASSARI. Rimasta inattuata per lungo tempo, a causa dei suoi continui spostamenti, solo negli ultimi anni della sua vita, nel 1927, viene realizzata da padre Manzella, in stretta collaborazione con Angela Marongiu – cofondatrice e prima madre del nuovo istituto – la Casa Santa Teresa del Bambin Gesù.
Le religiose vengono chiamate suore del Getsemani in onore del mistero dell’agonia di Gesù nell’orto degli ulivi, oggi dette anche “manzelliane” dal nome del loro fondatore.
La Congregazione è stata approvata dall’arcivescovo Arcangelo Mazzotti nel 1938 e riconosciuta come congregazione di diritto pontificio vent’anni più tardi.
Oggi le suore del Getsemani, la cui casa madre è a Sassari, in via Matteotti, contano un’ottantina di consorelle le quali, guidate dalla superiora generale, madre Giuseppina Cossu, sono impegnate in diversi ambiti.
L’Istituto ha sedi gemmate a Roma e in Umbria, ma è presente soprattutto in diversi centri della Sardegna dove le suore hanno fondato scuole materne e case di riposo.
Alcune consorelle, inoltre, vantano incarichi importanti: a Sassari, suor Carmela Tornatore, medico chirurgo, presta assistenza sanitaria nell’ambulatorio destinato, dalla Caritas, alla cura dei migranti indigenti. Mentre suor Anna Maria Floris, condirettore della Caritas, dirige anche il relativo centro d’ascolto. Suor Anna Maria, con suor Giuliana Mulas, opera, come volontaria, all’interno del carcere di Bancali.
L’attività delle suore del Getsemani è molto intensa e perpetua lo spirito vincenziano diffuso in Sardegna da padre Giovanni Battista Manzella operando sul terreno mai lineare della carità. (A.Me.)
