La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio di Martis, Addis davanti al gup

di Nadia Cossu
Omicidio di Martis, Addis davanti al gup

Valentino Saba fu ucciso a bastonate lo scorso dicembre L’imputato confessò: era armato e voleva derubarmi

25 ottobre 2016
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SASSARI. Gavino Addis dovrà presentarsi il prossimo 10 novembre davanti al giudice dell’udienza preliminare come imputato per l’omicidio del compaesano di 64 anni Valentino Saba, ucciso a bastonate il 2 dicembre del 2015 nella zona di “Fransiscu Crappinu”, all’ingresso di Martis.

Il pubblico ministero Corinna Carrara ha chiesto il rinvio a giudizio del 52enne Gavino Addis per il delitto e anche per un episodio precedente durante il quale l’imputato avrebbe colpito la vittima con un piccone.

Addis, “rivale” storico della vittima per vecchie questioni, è in carcere come reo confesso. La sua versione – «ho sorpreso Saba di notte nella mia azienda vicino alle pecore, aveva un bastone e l’ho disarmato e colpito per dargli una punizione» – in realtà non ha mai convinto gli inquirenti che durante le indagini hanno effettuato diversi accertamenti non ripetibili. Secondo la Procura, il racconto fornito da Gavino Addis non sarebbe attendibile e anche l’autopsia aveva aggiunto dubbi alla sua versione dei fatti: l’esame necroscopico aveva infatti evidenziato che la vittima era stata colpita numerose volte e aveva riportato fratture e lesioni in diverse parti del corpo. Un accanimento evidente, quindi, che ha rafforzato il sospetto che Valentino Saba potesse esser stato addirittura affrontato da più persone e che quindi il delitto non fosse stato commesso per legittima difesa. Addis (assistito dall’avvocato Gianmario Fois) aveva raccontato agli investigatori di aver sorpreso la vittima nel suo podere e di averlo disarmato del bastone. Quindi lo avrebbe colpito più volte (per sua stessa ammissione) per difendersi. L’omicida però non aveva riportato neppure un graffio e il bastone consegnato spontaneamente non è stato considerato compatibile con le lesioni mortali rilevate sul corpo della vittima. Il sospetto della Procura era – ed è – quindi che l’arma del delitto sia un’altra che qualcuno avrebbe fatto sparire prima dell’arrivo dei soccorsi (chiamati dallo stesso Addis) e dei carabinieri. Le accuse del pm Carrara sono chiare: «Addis cagionava la morte di Saba, in particolare gli procurava un politraumatismo contusivo, ferite multiple con fratture craniche e del massiccio facciale e fratture dei quattro arti, determinanti un’encefalopatia e uno shock traumatici acuti, cui seguiva la morte».

I familiari della vittima si sono affidati, per la costituzione di parte civile, all’avvocato Giuseppe Onorato.

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