Pronto soccorso: ecografie solo da seduti
Il reparto dell’ospedale Santissima Annunziata nel caos. Mancano i letti e le ambulanze restano bloccate nel piazzale
SASSARI. Martedì al pronto soccorso è stata una giornata nera. Come tante. Troppe per i pazienti che si ritrovano ad affrontare giornate intere di attesa per essere visitati, troppe per il personale medico e infermieristico ormai allo stremo. Martedì, a pensarci bene, è stato peggio visto che, finite anche le barelle, ad alcuni utenti le ecografie di controllo sono state fatte da seduti. «L’alternativa era far sdraiare per terra persone anziane - ha detto un operatore che ha ancora l’energia per un amarissimo umorismo -. I materassini per adesso non ce li abbiamo ancora in dotazione, ragion per cui se non vogliamo usare il pavimento ci dobbiamo arrangiare come possiamo».
Scene che neanche in un ospedale da campo. E con una notevole dose di rischio per l’incolumità dei pazienti che hanno la sventura di capitare al pronto soccorso dell’ospedale Santissima Annunziata. Il problema della carenza di letti per ospitare le tantissime persone che quotidianamente si rivolgono alla struttura dedicata alle emergenze e che restano “parcheggiate” in attesa di un ricovero impossibile in uno dei reparti di Medicina interna perennemente intasati, si riversa poi in maniera pericolosa sulla disponibilità delle ambulanze. Quando i pazienti arrivano trasportati dal mezzo di soccorso all’ospedale infatti vengono “scaricati” a bordo della barella e portati all’interno. Siccome non ci sono letti sufficienti nel pronto soccorso, restano sulla barella per ore con la conseguenza che l’ambulanza che ha “prestato” i lettino a rotelle rimane bloccata fino a che il paziente non sarà destinato a un reparto oppure dimesso. Se ci dovesse essere una chiamata quell’ambulanza non potrà muoversi per il soccorso senza un pezzo fondamentale che è la barella. Ebbene martedì scorso sul piazzale dell’ospedale Santissima Annunziata c’erano 25 ambulanze bloccate in attesa della restituzione del dispositivo. «Siamo in una situazione difficile da immaginare - raccontano medici e infermieri -. Ci sono tanti di noi che non possono osservare il riposo anche per due settimane di seguito. La stanchezza è tanta. I pazienti quando finalmente vengono visitati di solito ci ringraziano e si scusano». Per il resto, durante le attese infinite, volano gli insulti e talvolta si è arrivati anche alle mani. La situazione è stata segnalata innumerevoli volte alla direzione da parte del direttore della struttura complessa dell’emergenza Mario Oppes ma a quanto pare non c’è stata mai alcuna risposta. Eppure i motivi per intervenire sono sotto gli occhi di tutti. A cominciare dalla carenza di personale: i medici in organico sono 14 ma, tra malattie, esenzioni dai turni e mancate sostituzioni di colleghi che hanno ottenuto il trasferimento in altri reparti, sono ridotti talmente tanto da dover fare acrobazie per garantire i turni rinunciando a ferie e riposi e facendo affidamento sui tirocinanti, studenti che dovrebbero imparare guardando “i grandi” al lavoro.
Gli infermieri poi sono totalmente sotto organico. Ce ne vorrebbero almeno 35 ma sono meno della metà e oltretutto dal primo novembre scadranno una serie di contratti derivanti da agenzie interinali per cui si apre un baratro gestionale.
Altro tema caldo quello dei ricoveri da pronto soccorso: l’incorporazione del Santissima Annunziata nell’azienda universitaria non ha fatto altro, si dice nei corridoi, che acuire i conflitti tra medici perché, nonostante un accordo con il quale i direttori delle cliniche si impegnavano ad accettare almeno un ricovero al giorno dal pronto soccorso, di fatto i pazienti sono ammassati nei soliti reparti di sfogo del civile, ancora una volta adagiati sulle barelle.
Una situazione “esplosiva” che i nuovi direttori di Aou e Asl dovranno affrontare al più presto «prima che - dicono gli operatori - succeda l’irreparabile».