La Nuova Sardegna

Sassari

Roulotte abusive nel parco si va verso la prescrizione

di Nadia Cossu
Roulotte abusive nel parco si va verso la prescrizione

Cambia il giudice e l’udienza fissata per la discussione viene rinviata al 2017 Per quelle lottizzazioni nel cuore di Porto Conte ci sono diciassette imputati

01 novembre 2016
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SASSARI. Erano finiti a processo nell’ambito dell’inchiesta sulle lottizzazioni abusive nel cuore del parco di Porto Conte. L’area in questione era stata trasformata secondo l’accusa in un vero e proprio campeggio abusivo con casette di legno e roulotte a due passi dal mare e, dopo un blitz della forestale, era stata sottoposta a sequestro preventivo. Una zona di salvaguardia assoluta che nel Piano paesaggistico regionale rientrava in un tratto di costa definito “bene paesaggistico d’insieme”.

Qualche giorno fa i 17 imputati – rinviati a giudizio nel 2011 – sono comparsi davanti al giudice monocratico Giancosimo Mura (che ha preso il posto della collega Teresa Castagna trasferita a Nuoro) nell’udienza fissata per la discussione. Ma è saltato tutto perché gli avvocati difensori Antonio Secci, Gabriele Satta e Nicola Lucchi – proprio per il fatto che è cambiato il giudice – si sono opposti alla rinnovazione degli atti e quindi l’udienza è stata rinviata al prossimo anno, quando però il reato sarà prescritto.

Nella lente di ingrandimento del sostituto procuratore Giovanni Porcheddu era finito quel piccolo paradiso, realizzato in barba alla marea di vincoli ambientali e paesaggistici e addirittura messo all’epoca in vendita su internet. Era stato scoperto nel 2010 nella pineta di Mugoni, a circa 500 metri dall’incrocio della strada di Fertilia per Capo Caccia e Porto Conte. Un cancello in ferro rosso delimitava l’area di «Mastru Antoni», un polmone verde di straordinaria bellezza. Le roulotte e le casette in legno erano proprio lì, nascoste in mezzo alla vegetazione. Invisibili dalla strada, ma anche dal mare. Per vederle bisognava addentrarsi proprio passando attraverso quel cancello. Poco più di mezzo ettaro, 19 comproprietari, un’area suddivisa in nove parti di circa 300 metri quadri ciascuna, di cui una riservata alle parti comuni, alla viabilità (erano state realizzate delle strade intepoderali) e ai servizi igienici. C’era poi un altro spazio da 750 metri quadri e dieci micro aree da 12 metri quadri ciascuna utilizzate come parcheggi per le auto. L’approvvigionamento idrico era garantito da un pozzo che riforniva serbatoi nelle piazzole. Nessuna rete fognaria: gli scarichi delle varie proprietà si disperdevano nel suolo. Il campeggio era stato sequestrato dalla forestale ed erano stati indagati Giovanna e Pietrina Teresa Valmaggia, Mario Urigo, Concetta Giua, Rita Franca Vacatello, Giuseppe Marco Dettori e Carla Elvira Lavosi (originaria di Sedini), Maria Teresa Soro (originaria di Sorradile), Antonello Soro (nato a Cagliari), Raimondo Marziani, Francesco Biosin (originario di Agrigento) tutti residenti a Sassari. E poi i romani Tito, Giulio, Roberto e Maria Flavia Tomassini (questi ultimi due residenti a Sassari) e una donna francese: Danielle Nicole Lacroix. Perché «in qualità di proprietari acquirenti del terreno classificato sottozona “di salvaguardia assoluta ed ecologica con vincolo protettivo ambientale di rispetto assoluto” nelle norme di attuazione del Piano regolatore del Comune di Alghero, realizzavano una lottizzazione abusiva mediante la trasformazione urbanistica ed edilizia del terreno da “assolutamente inedificabile” a residenziale». E avrebbero inoltre realizzato queste opere «in una zona plurivincolata paesisticamente, senza l’autorizzazione del Servizio governo del territorio per la tutela paesaggistica della provincia di Sassari».

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