La Nuova Sardegna

Sassari

Femminicidio a Sassari, l’autopsia conferma: l’ha bruciata da viva

di Luca Fiori
Femminicidio a Sassari, l’autopsia conferma: l’ha bruciata da viva

Anna Doppiu respirava quando il marito Nicola Amadu le ha dato fuoco. All’arrivo della figlia l’uomo ha controllato che non ci fosse la nipotina

12 novembre 2016
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SASSARI. Era ancora viva ma purtroppo non ha avuto la forza di difendersi né di chiedere aiuto. Quando mercoledì sera suo marito Nicola Amadu ha cosparso il suo corpo di benzina e poi le ha dato fuoco nel cortile della loro villetta alle porte di Sassari, Anna Doppiu respirava ancora.

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È quando è emerso dall’autopsia eseguita ieri mattina nell’istituto di patologia forense dal medico legale Francesco Serra. Il perito, incaricato dal sostituto procuratore Emanuela Greco di stabilire le cause esatte della morte della pensionata di 66 anni massacrata e poi data alle fiamme dal marito che non si rassegnava all’idea che la donna volesse la separazione, ha chiesto 75 giorni di tempo per consegnare la relazione finale in Procura. Nei prossimi giorni inizieranno anche gli esami istologici e tossicologici sui tessuti, ma serviranno solo a confermare quello che per gli investigatori è già praticamente una certezza.

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Era stato lo stesso ex panettiere di 69 anni mercoledì sera, pochi minuti dopo le 21, a confessare il delitto agli uomini della centrale operativa del 113, aggiungendo un particolare raccapricciante che ora troverebbe conferma anche dall’esame autoptico. «Venite a prendermi, ho ucciso mia moglie e l’ho bruciata viva». Pochissimi minuti prima era stata una delle tre figlie dell’uomo a raccontare in lacrime alla centrale operativa dei carabinieri di aver visto il corpo della madre avvolto dalle fiamme davanti alla porta di casa. Subito dopo i lampeggianti blu di polizia e carabinieri hanno squarciato il buio che mercoledì notte avvolgeva la stradina bianca che conduce alla villetta della famiglia Amadu, in località Trunconi. Per l’uomo sono scattate immediatamente le manette e durante il viaggio verso la caserma ha iniziato il racconto di quello che sembrerebbe un omicidio annunciato.

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La moglie nel pomeriggio era stata infatti nello studio dell’avvocato Pasqualino Federici per avviare le pratiche della separazione e questa notizia aveva fatto perdere la testa a Nicola Amadu. Quando la donna è rientrata a casa tra le mura della villetta è scoppiato l’inferno.

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L’uomo l’ha prima colpita con calci e pugni, poi l’ha trascinata per i capelli fuori dall’abitazione e le ha dato fuoco cospargendola di benzina. Mentre la moglie bruciava davanti alla porta di casa, l’ex panettiere ha avuto un sussulto di umanità, preoccupandosi che la nipotina potesse vedere il corpo carbonizzato della nonna.

Così quando una delle tre figlie è rientrata a casa dopo il lavoro le è andato incontro, ha guardato dentro la macchina e solo quando ha visto che la bambina non c’era si è rivolto alla figlia per comunicarle quello che aveva fatto: «Vieni a vedere cosa mi ha costretto a fare tua madre. Vieni a vedere, è lì dietro che brucia».

La donna ha scorto un corpo avvolto dalle fiamme, e quando ha capito che quel fagotto che bruciava era sua madre ha messo la retromarcia ed è fuggita verso la città.

Ha fatto poche centinaia di metri parlando al telefono con i carabinieri poi e si è fermata nei pressi della rotatoria da cui si snoda la strada per Ittiri e lì ha atteso l’arrivo delle forze dell’ordine. Stamattina, assistito dall’avvocato Letizia Doppiu Anfossi, l’uomo comparirà in carcere davanti al giudice delle indagini preliminari Antonello Spanu per l’interrogatorio di garanzia.

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I suoi figli si sono già rivolti a dei legali per costituirsi parte civile nel processo. Due di loro saranno rappresentati dagli avvocati Stefano e Sergio Porcu, gli altri due dall’avvocato Pietro Diaz.

Nicola Amadu deve rispondere di accuse pesantissime. All’omicidio volontario si aggiungeranno tutta una serie di aggravanti che difficilmente consentiranno all’ex panettiere di evitare l’ergastolo.

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